La spaccatura

Basilicata, rissa a sinistra sul candidato: volano insulti nel Pd

Antonio Castro

C’è baruffa in Basilicata, almeno dalle parti del centrosinistra che ancora deve scegliere un candidato unitario (?). Le tante anime del ventaglio che si declina dal Partito democratico ai renziani, passando per i grillini e intercettando pure scampoli territoriali vari, non hanno ancora trovato un’intesa digeribile per tutti.

La notte tra sabato e domenica, ad esempio, dopo oltre 7 ore di tira e molla, la direzione regionale del Pd lucano convocata proprio per trovare una intesa tra le varie anime locali in vista delle elezioni regionali (21/22 aprile), è finita in rissa. Una «verbale», assicurano i presenti alla presenza dei delegati nazionali inviati dalla segretaria Elly Schlein, vale a dire Igor Taruffi (Responsabile Organizzazione dem) e Davide Baruffi (Responsabile Enti Locali).

 

 

Sempre a discutere, (qualcuno dice: litigare) la candidatura di Angelo Chiorazzo. Il cosiddetto "re delle coop bianche", più semplicemente noto imprenditore del terzo settore, Chiorazzo è già in campo da tempo, fortemente sostenuto da Roberto Speranza, l’ex ministro della Salute che non sembra intenzionato a mollare la presa.

«Ma anche dalla stragrande maggioranza del partito» lucano, garantisce il segretario regionale Giovanni Lettieri interpella tra una riunione e l’altra dall’Adnkronos. Modesto dettaglio: al momento Chiorazzo non ha il sostegno di tutte le forze del centrosinistra. Anzi. Un manipolo dei politici dem lucani - guidati dall’ex-senatore Salvatore Margiotta - non sembrano digerirlo: «Serve un nome che allarghi o la corsa solitaria sarà un suicidio. Azione, per fare un esempio, qui in Basilicata vuol dire Pittella e vale tra il 5 e il 6%...», mette le mani avanti un dirigente che contrasta la «linea del “Chiorazzo o morte”».

 

 

Contro questa linea era pronto un documento, sottoscritto da 20 dirigenti dem e animato da Margiotta, da presentare l’altroieri in Direzione. In opposizione ad un altro documento per blindare il sostegno Pd a Chiorazzo. Chi era presente alla riunione riferisce che Taruffi e Baruffi abbiano suggerito di evitare il voto e «lasciare la partita aperta».

Niente da fare. Scoppia la bagarre, i “dissidenti” del Pd locale lasciano la sala prima ancora di presentare il documento alternativo, su cui era in corso una raccolta di firme. Poi tira e molla la riunione riprende «in modo inatteso e non concordato». E alla ripresa viene messo ai voti e approvato il documento di sostegno a Chiorazzo. Voto che viene considerato come «un colpo di mano». In tutto questo Renzi non esclude di dare il proprio sostegno al presidente uscente centrodestra Bardi. Entro il 20 marzo vanno depositate le liste. Bella rogna.