Premessa doverosa: qui nessuno è contro l’intelligenza artificiale e qui nessuno è contro il progresso, anche nella comunicazione. Ma c’è un filo sottile che ultimamente viene varcato spesso: quello della verità che separa dalla menzogna. E di fatto i video generati dall’Ai che spopolano sui social fanno dire di tutto a tutti. Ne abbiamo avuto una recente dimostrazione con il professor Barbero “usato” anche da Bottura per mettergli in bocca il suo pensiero. Ma l’uso delle clip con un deepfake, sostanzialmente un filmato con l’uso dell’AI per ricreare in tutto e per tutto voce e movimenti di un essere umano, in questo caso di un vip odi un politico, è sempre di più uno strumento che può sfuggire di mano.
Da qualche tempo ad esempio gira sulla rete un video in cui il Governatore della Banca d’Italia, Fabio Panetta, con voce solenne promuove investimenti finanziari che hanno la promessa di facili guadagni. Niente di più falso. Chiedete anche a Mara Venier, uno dei volti più noti della tv italiana, che si è ritrovata di fianco ad Elon Musk a promuovere, pure lei, un investimento palesemente truffaldino. E il fenomeno della balla-video di fatto è globale.
Tom Hanks si è ritrovata la sua immagine profanata per sponsorizzare una polizza dentale. Ma anche Zelensky, apparso in un video in cui di fatto invitava gli ucraini a deporre le armi. Recentemente tra le vittime è finita anche la segretaria del Pd, Elly Schlein, che ha voluto denunciare così la clip in cui si mostra tenera con Casini: «Ero in Albania, in un locale una ragazza mi dice che posso pagare solo con la cassa automatica e, mentre vedo un video in cui gioco a burraco con la Meloni, ricevo un messaggio da Casini che mi avverte che gira un video in cui ci baciamo. Io ho la contezza di sapere che si tratta di un deep fake ma mi chiedo se l’avrà l’amica di mia madre che mi ha visto in video suggerire investimenti in Bitcoin in una intervista a Fazio», aveva tuonato.
E che dire poi del bacio-fake tra Musk e Meloni? Ecco, una cosa c’è da dire e deve far riflettere: il raggiro, la truffa, la vana illusione, esistono dalla notte dei tempi. Ma in questa era in cui ogni cosa cambia alla velocità della luce, l’intelligenza artificiale, se usata in modo poco corretto, diventa uno strumento accessibile a tutti per falsificare ogni cosa. O peggio ancora indirizzare. Quelle clip che entrano nella centrifuga dei social di fatto rappresentano l’arma finale di una certa propaganda che può annidarsi ad esempio a ridosso di un appuntamento elettorale. Se un video palesemente falso viene diffuso a 48 ore dal voto, cosa si fa? Se ne parla dopo lo spoglio delle schede? Gli effetti potrebbero essere devastanti.
In soccorso per i più sbadati sono arrivati dei tutorial sul web che permettono di riconoscere, analizzando alcuni dettagli, cosa non torna: ad esempio l’immagine attorno alla bocca di chi parla potrebbe non essere a fuoco e ciò che viene detto non perfettamente sincronizzato con il movimento delle labbra.
Attenzione anche alle mani: spesso i movimenti strani rivelano addirittura la presenza di più dita di quelle previste dalla nostra signora natura. Poi occhio alla testa, spesso è sproporzionata rispetto al corpo. Infine le cifre: numeri e simboli sono indigesti, al momento, all’AI e nelle clip potrebbero apparire sballati. Uno dei dettagli che vi aiuta a capire se state guardando un video o un’immagine generata dall’intelligenza artificiale è senza dubbio la qualità. Se notate che risulta bassa, il video a scatti o l’immagine visibilmente modificata, allora è molto probabile che il contenuto sia generato dall’AI.
Fate estrema attenzione a quello che state guardando, quindi, perché potrebbe essere un segnale utile per riconoscere che siete di fronte a un deepfake. Insomma, i tempi in cui tutti sorridevano per Putin, Meloni e Trump che insieme cantavano “We are the world” sono finiti. Siamo già entrati in una seconda fase. Servono i frangiflutti contro le ondate delle menzogne.