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Bari, Antonio Decaro: "Pronto a rinunciare alla scorta", poi le lacrime

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La sinistra insorge per la vicenda di Bari: Matteo Piantedosi ha infatti avviato l'iter per lo scioglimento del Comune pugliese per infiltrazioni mafiose. Il sindaco della città, Antonio Decaro, parla di "atto di guerra" e "sabotaggio elettorale".

Ma è l'intera sinistra a gridare alla "macchina del fango", a parlare di "tempismo sospetto". Insomma, vietato indagare sulle possibili infiltrazioni mafiose se il comune è governato dalla sinistra, questo il succo. Nel dettaglio, Piantedosi ha nominato la commissione di accesso finalizzata alla verifica dell'ipotesi di scioglimento del Consiglio comunale. "Sono basita, è una scelta politica e molto grave", ha affermato Elly Schlein.

Ora ecco che torna a cannoneggiare proprio Decaro, in una conferenza stampa convocata nella tarda mattinata di oggi, mercoledì 20 marzo, per commentare le mosse del Viminale. "Questo è un atto di legittima difesa della nostra città", ha premesso sfoggiando un faldone di documenti. La commissione ministeriale, va sottolineato, non è certo stata istituita per caso: la nomina ha fatto seguito all'arresto di 130 persone in un'inchiesta della Dda barese che ha svelato un presunto intreccio mafia-politica con scambio di voto alle Comunali del 2019. L'avvio del procedimento era stato sollecitato nelle scorse settimane al ministro da una delegazione di parlamentari del centrodestra. 

"Ho ricevuto una telefonata dal ministro Piantedosi. Io se c'è solo l'anticamera di un sospetto rinuncio alla scorta che ho da nove anni. Non posso essere contemporaneamente considerato sindaco antimafia", ha rilanciato Decaro. "Ho fatto con onore e disciplina sindaco e presidente dell'Anci. Sono stato il sindaco di tutti. Ho avuto sempre rispetto istituzionale per i Governi che si sono succeduti e ne ho visti tanti di vari scheramenti, ha aggiunto. "Il problema vero è il trasformismo, è quello che dobbiamo combattere. E ho colpa pure io perché quelle persone arrestate, gira e gira, me le sono ritrovate in maggioranza", ha aggiunto il sindaco di Bari.

E ancora: "Io ho paura per me e per la mia famiglia ma sono sindaco e non mi giro dall'altra parte". Decaro ha poi evidenziato di aver "tolto il territorio" alla criminalità. Ripercorrendo i vari episodi, ecco che ad un certo punto è scoppiato anche a piangere. Dunque sugli esponenti del clan Parisi, il sindaco ha detto di averli incontrati solo nelle aule di giustizia quando si è costituito contro di loro: "A Bari la mafia ci sta, ci sono 14 clan, ma li devi combattere e guardare in faccia", ha rimarcato.

La sinistra, come detto, si schiera in massa in difesa di Decarlo. Carlo Calenda si chiede se "il governo è completamente impazzito". Vincenzo De Luca parla di "offese alla città, sono iniziative che non meritano alcun commento". Dunque anche Maria Elena Boschi: "La destra fa campagna elettorale". Quindi Pina Picierno, secondo cui "una destra pericolosa vuole infangare". Insomma, vietato indagare sulle infiltrazioni mafiose.

Una risposta arriva da Maurizio Gasparri: "Stupiscono le reazioni indignate di Decaro e di altri esponenti della sinistra che si ritengono sottratti ad ogni dominio della legge. Bene ha fatto il Ministero dell'Interno a costituire la Commissione di accesso. I fatti di Bari sono gravi e scandalosi. Le testimonianze che sono state raccolte sono eclatanti", conclude il presidente dei senatori di Forza Italia.

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