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Chi ha visto Romano Prodi prima di "sbroccare": ufficiale, è cominciato il dopo-Schlein

lunedì 24 marzo 2025

2' di lettura

«Si svegliassero i cittadini e si dessero da fare, qualsiasi momento è buono e non dobbiamo aspettare che lo facciano i partiti, lo si faccia, i partiti sono molto attenti quando si svegliano i cittadini». Testo e musica di Ernesto Maria Ruffini, l’ex direttore dell’Agenzia delle Entrate, alla presentazione del suo libro Più uno. La politica dell’uguaglianza all’Auditorium di Roma. «In questo momento - ha osservato - nel centrosinistra tutti gridano all’allarme democratico e ci siamo trovati in piazza, io c’ero, e si grida al lupo» ma «se si grida al lupo bisogna trarne le conseguenze o non si è credibili».

Mr Fisco ha osservato che «siamo tutti chiamati a fare politica e fare un libro è fare politica» e criticato il «troppo leaderismo» nelle forze politiche evidenziando che «ogni cittadino può fare qualcosa per questo Paese, siamo tutti straordinariamente utili e questo ci rende responsabili, siamo tutti chiamati a fare qualcosa». L’obiettivo, ha aggiunto, deve essere anche quello di riportare al voto chi ha scelto l’astensione. «I partiti devono mettere l’orecchio a terra, la politica è faticosa altrimenti è leaderismo». Bisogna dunque «restituire un metodo democratico ai partiti, aprirli ai cittadini», ha poi detto. «Io - ha concluso - suggerisco un metodo: mettere tutto a fattore comune, risvegliare il desiderio di essere realmente dei cittadini, non è questione di movimenti partiti o partiti, poi verrà certamente qualcosa di buono».

Ruffini è poi entrato nel dettaglio. «A destra e sinistra non c’è una politica unitaria sugli esteri: in passato un governo sarebbe caduto dopo le posizioni diverse prese dai partiti del governo italiano su questo fronte ma non cade perché anche a sinistra non c’è una politica estera condivisa». E ancora: «Finché non c’è un’opposizione che propone un’alternativa di governo nel centrodestra dormono sonni tranquilli». «Io ho fatto un libro, non sono un attore politico - ha aggiunto - ma chi fa politica ha l’onere di prendere decisioni e non si può essere tutto e il contrario di tutto: è necessaria la sintesi per avere un quadro duraturo e la sintesi dovrebbe essere fatta sui punti che contraddistinguono la coalizione e il resto si può anche rimetterlo alla maggioranza parlamentare» ma bisogna «fare sintesi o non ci si può candidare a fare alternativa al governo».

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Di più: «Uno dei problemi che vedo da elettore è che si offrono una serie di menù ma si è smesso di offrire una visione. Invece bisogna dare una sveglia, emozionarli. Nella tanto vituperata Prima Repubblica c’era un modello di Paese chiaro». Ruffini ha poi assistito in prima fila alla presentazione del libro “Il dovere della speranza” scritto da Romano Prodi con Massimo Giannini e Giovanna Pancheri.

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