Per star e starlette dello spettacolo il richiamo della politica - quasi esclusivamente di sinistra - sembra essere irresistibile. Soprattutto quando in ballo ci sono presunti diritti civili. A placare i bollori di questi Vip non sono bastate le innumerevoli figuracce rimediate elezione dopo elezione. È successo soprattutto negli Stati Uniti, dove l’intero star system si schiera sistematicamente a favore del candidato democratico, ma anche l’Italia da qualche anno a questa parte non si è fatta trovare impreparata. Con esiti più o meno simili a quelli americani, fin dai tempi dei “girotondi” di Nanni Moretti. Erano i primi anni Duemila. Fino ad arrivare alla “Piazza per l’Europa” lanciata da Michele Serra e riempita di Vip più o meno famosi che hanno prestato la loro arte per contestare le politiche del centrodestra.
A questo andazzo non poteva mancare la rincorsa al quorum referendario. Sia nella fase di raccolta firme, sia in quella di chiamata alle armi sono parecchi gli artisti - o presunti tali, perché ognuno ha i suoi gusti - che hanno voluto metterci la faccia. Le frasi e le motivazioni sono quelle basiche, nulla di elaborato per carità. E così c’è Piero Pelù, voce dei Litfiba, che spiega: «Far sentire la nostra voce attraverso il voto al referendum è fondamentale».
Schlein, i Vescovi scendono in campo: l'appello al voto per il referendum
Al tandem Elly Schlein-Maurizio Landini mancava solo il contributo della Chiesa cattolica. Il più classico esempi...Un’altra cantante schierata è la romana Noemi, capelli rossi e voce graffiante: «Il referendum è un voto diretto, è un voto vostro che ha peso». Non è proprio così, ma vabbè. Andiamo avanti. L’attore Neri Marcorè, impegnato in uno spettacolo sulla Buona Novella di Fabrizio De André, cita un altro cantautore italiano, Giorgio Gaber, per dire che «Libertà è partecipazione» ma, gli si potrebbe rispondere, anche il non voto per non far passare i quesiti rientra nelle libertà di cui sopra. Più indecisa l’attrice Claudia Gerini che andrà ai seggi, ma «voterò un po’ “sì” e un po’ “no”». Speriamo non si becchi qualche reprimenda dal Minculpop della Cgil.
I più scatenati sono quelli schierati per il “sì” al referendum per ridurre da dieci a cinque gli anni per ottenere la cittadinanza italiana. In questa squadra, oltre ad alcuni di quelli già citati, si schierano anche i cantanti Mahmood (papà egiziano) e Ghali (genitori tunisini e lui che, per legge, è diventato italiano al compimento del 18mo annodi età) e ancora il fumettista Zerocalcare, ma anche le cantanti Giorgia e Malika Ayane e il collega Brunori Sas.
Nella carrellata dei Vip non potevano mancare Patrick Zaki (volto anche della raccolta firme) e lo storico-influencer Alessandro Barbero per il quale «votiamo per rendere meno tremenda la strada di tutti gli stranieri che vivono qui da anni». A favore di tutti e cinque i referendum vanno poi annoverati altri artisti italiani. Da Lella Costa a Marina Massironi, da Ottavia Piccoli a Serena Dandini, passando per Lino Guanciale, Dario Vergassola, Marco Mengoni e Geppi Cucciari. E tanti altri ancora come il ct del volley azzurro Julio Velasco («Andate a votare»). Da ultimo anche Giovanni Storti - del trio Aldo, Giovanni e Giacomo - ha fatto un video per invitare gli italiani ad andare a votare.
Insomma la solita compagnia di giro della sinistra antagonista e dei centri sociali, che - senza riferirci a qualcuno in particolare - solitamente non sposta molto e porta pure un po’ sfiga. Promotori avvisati, mezzo affondati. E forse sarà un caso, ma ieri la Corte costituzionale ha respinto l’istanza cautelare presentata da Riccardo Magi, di +Europa, in rappresentanza del Comitato Promotore del Referendum sulla Cittadinanza, sollevata nei confronti della Commissione parlamentare di vigilanza Rai - nel quale il Comitato chiedeva, in sostanza, un maggiore spazio ai quesiti referendari nel circuito dell’informazione radiotelevisiva. Ad avviso della Consulta, è «assolutamente indeterminata e atipica» la richiesta del Comitato promotore per ottenere dalla Commissione di vigilanza una informazione «completa ed adeguata». Come non detto...