Ai giornalisti si è sempre insegnato che la notizia è l’uomo che morde il cane e non il contrario. Il caso di specie si adatta alla perfezione al sesto municipio del comune di Roma - l’unico governato dal centrodestra nella Capitale - che ha scatenato uno scontro istituzionale col Campidoglio sul tema della difesa degli uomini maltrattati, sia con violenze fisiche che psicologiche. E ha istituito uno sportello ad hoc, «per l’ascolto», di chi ci si rivolge, si accalora il presidente del municipio, Nicola Franco. Parere diametralmente opposto quello di Monica Lucarelli, assessore della giunta Gualtieri alle pari opportunità, che vede nella delibera del municipio un attacco alle donne. Il che, ovviamente, apre un fronte polemico a decibel elevatissimi, che rischia il conflitto istituzionale tra Campidoglio e periferia.
Va anche detto che l’atto dell’ente territoriale risale a febbraio scorso e solo ora pare essere arrivato all’attenzione dell’assessore Lucarelli. Ma a metà febbraio è la data dell’approvazione della direttiva in questione. Non è la prima iniziativa sul tema della violenza di genere assunta dal Municipio, ovviamente. Anzitutto c’è il lavoro sistematico contro chi compie azioni a danno delle donne. C’è anche un ufficio che si occupa della violenza subita dalle persone Lgbt e ora arriva lo sportello a tutela degli uomini che denunciano di essere stati colpiti da violenze fisiche o psicologiche. La sensazione - anche se non lo si può attribuire ad una personalità tecnica come la Lucarelli - è che sullo sfondo ci sia un tessuto di natura ideologica che in Campidoglio soffia sul fuoco.
Di qui la polemica, che ai più appare eccessiva. Lo si intuisce dai primi attacchi portati al Municipio dalla presidente dell’assemblea capitolina Svetlana Celli, che ha chiesto la revoca della direttiva, basata «su presupposti ideologici e privi di fondamento scientifico, come il riferimento all'alienazione parentale». Concetto che in realtà è in premessa al documento e che certo non mira ad attribuire poteri tipici del giudice all’amministrazione del municipio.
Interviene anche la stessa assessore Lucarelli, che bolla la direttiva come «un atto politico e ideologico di gravità estrema, in contrasto con ogni principio di tutela delle donne e in violazione diretta del Libro Bianco sul contrasto alla violenza maschile contro le donne, redatto dal Dipartimento per le Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri e presentato il 25 novembre 2024 dal Governo Meloni».
Eppure il presidente Franco non vede alcuna ideologia nella direttiva municipale. Già all’indomani della sua approvazione, tenne a precisare - e ribadendolo pubblicamente in conferenza stampa lo scorso 8 aprile - che «l’istituzione di uno sportello di ascolto settimanale per uomini vittime di violenza offrirà supporto psicologico e legale a chi subisce maltrattamenti, spesso nascosti dietro vergogna e timori sociali».
Il provvedimento fa parte di un pacchetto di iniziative approvate sempre a febbraio, che ha incluso anche l’assegnazione di immobili confiscati alla criminalità per aiutare padri separati in difficoltà: «La violenza non ha colore e colpisce entrambi i generi. Tutelare i padri separati e gli uomini vittime di violenza è un primo passo verso la dignità sociale di queste categorie per troppo tempo trascurate», aveva detto Franco.
Per il presidente del municipio particolare valore ha avuto anche la determinazione della giunta sui padri separati: «Uno dei provvedimenti prevede l’assegnazione di immobili confiscati alla criminalità per ospitare padri separati in difficoltà. La separazione, infatti, porta spesso gli uomini a lasciare l’abitazione familiare senza alternative adeguate, con il rischio di ritrovarsi in condizioni di grave precarietà. Questo progetto intende offrire un rifugio sicuro a coloro che si trovano in situazioni di vulnerabilità. E oggi aggiunge: «Ne abbiamo discusso anche con gli uffici comunali. Non mi spiego la polemica attuale».