Il premio “Sassi dell’Adige prosciugato dalla Meloni” stavolta se lo aggiudica Pier Luigi Bersani il quale in tivù a “4 di sera” – refrigerio si spera – ironizza: «Spero che anche chi ha votato la destra senta un filino di caldo. Credo che negare il tema del cambiamento climatico, come sta facendo la destra mondiale, sia demenziale. Noi», sottolinea l’ex segretario dem, «siamo di fronte a un problema enorme». Ci pare evidente e non c’è un minuto da perdere.
E però il maestro, Angelo Bonelli, colui che ha brandito i due sassi in parlamento accusando la premier di aver fatto come Mosè, non ci sta a farsi superare dagli epigoni: «L’Italia ha bisogno di politiche climatiche che lavorino per il presente e il futuro, e non di “climafreghisti”». Eccole, le squadracce del clima pronte a marciare in spiaggia: “Me ne frego è il nostro motto/ me ne frego del sudore/ me ne frego del Bonelli che le spara con ardore...”.
Il capo dei Verdi è indomito: «Meloni ogni volta che parla di Green deal ripete che “l’ideologia green ha fatto più danni che altro”, dimenticando che i veri danni, economici, sociali e ambientali li sta facendo proprio la crisi climatica. Lo dimostrano gli incendi, le alluvioni, la siccità, i danni all’agricoltura e al turismo, le vittime per il caldo». In effetti l’ultimo tonfo nel settore auto – a giugno in Italia le immatricolazioni sono calate di un ulteriore 17,4% – è colpa del Solleone, non della ghigliottina europea che con divieti demenziali ha provocato più danni della grandine.
Sennonché dove c’è un Bonelli c’è un Ruotolo, inteso come Sandro il baffo armato di Elly Schlein: «Ogni ondata di calore è un bollettino di guerra climatica, ignorarlo è una responsabilità politica gravissima. Cambiare è ancora possibile», aggiunge l’eurodeputato dem, ma non si riferisce alle panzane sparate da mezzo Pd – in testa Laura Boldrini – che per il cedimento della mega insegna di Generali, a Milano, ha immediatamente incolpato i «negazionisti del clima» nonostante i vigili del fuoco abbiano subito smentito tutto.
Attenzione: nel dibattito anti destre irrompe l’euro-scienziata Benedetta Scuderi, la stessa parlamentare europea di Avs che ha ammesso di essersi sbagliata a votare sul piano di riarmo, e d’altronde non era semplice, i tasti sono due. Questa la sua analisi alla nuova pensata della Commissione Ue di ridurre del 90% le emissioni entro il 2040: «La trasformazione è urgente e necessaria a livello nazionale ed europeo». Scuderi è perentoria: «All’interno dell’Unione serve una profonda decarbonizzazione».
Nel Mare magnum (surriscaldato) della sinistra l’unico che dice mezza cosa sensata (mezza), pur essendo una promessa elettorale vecchia come il cucco e nelle dimensioni una sparata, è Matteo Ricci del Pd, il quale è a Bruxelles da un anno e ha sfruttato lo sterminato budget a disposizione per costruire la sua campagna elettorale per fare il governatore delle Marche: «Pianteremo un milione e mezzo di alberi perché abbiamo bisogno dell’ombra. Dobbiamo combattere il riscaldamento globale e, attraverso l’ombra, ridurre di due gradi la temperatura delle città». Ecco: mettete più arbusti e piantatela con le cazzate.