Facciamo un altro passo nella direzione indicata ieri da Daniele Capezzone su questo giornale. E lo diciamo: la sinistra riparta da Francesca Albanese! Sì, perché quel mondo lì, litigioso fin negli atomi di ogni singola questione, ha ritrovato sorprendentemente compattezza piena attorno alla relatrice Onu super pro-Pal, destinarla di sanzioni da parte degli Stati Uniti. Partiti, università, associazioni, «esponenti della società civile». È tutto un esporsi, presentare iniziative, lanciare petizioni, firmare petizioni, far sapere di aver firmato le petizioni. Insomma, il campo largo bell’e servito. Provi a criticarla e vieni raggiunto dalla rasoiata di strali.
L’editorialista Maurizio Molinari ne ricorda a Rainews 24 il profilo non esattamente attendibile e criticità emerse anche all’interno dell’Onu attorno alla sua riconferma? Ecco Dario Carotenuto, capogruppo in vigilanza Rai del Movimento 5 Stelle, annunciare un’interrogazione e chiedere l’intervento dell’Ordine dei Giornalisti.
Nell’altra metà della famiglia politica dei separati in casa, Sandro Ruotolo europarlamentare del Pd aveva già lanciato il suo j’accuse contro Giorgia Meloni: «Tace sempre quando bisognerebbe prendere posizione. È rimasta taciturna anche die l’Unione Europea ha preso posizione a sostegno di Francesca Albanese».
Il tema è quello delle sanzioni annunciate dal Segretario di Stato americano Marco Rubio. Ovviamente in precedenza si erano espressi i due leader, sempre con quell’alito di moralismo accusatorio che non guasta mai. Ecco Elly Schlein dunque tuonare contro «un silenzio di Meloni e Tajani che imbarazza l’Italia». Mentre Giuseppe Conte intima: «Meloni e Tajani vengano in Parlamento a metterci la faccia». Poi c’è la petizione, lanciata da Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni, per assegnare ad Albanese addirittura il Premio Nobel perla Pace: «In poco più di 24 ore ha superato le 50 mila firme». Segue panoramica sottoscrittori illustri: Patrick Zaki (do you remember?), che addirittura ha pubblicato un video per invitare all’adesione; Moni Ovadia, Mario Capanna, Ginevra Bompiani; Vauro, Alessandro Barbero. Poi andiamo sulle varie ed eventuali. Troviamo la mozione presentata da un consigliere comunale milanese di gruppo misto per conferire ad Albanese la cittadinanza onoraria. Il Senato accademico dell’Università di Pisa che, in una mozione approvata, oltre alla solita solfa del riconoscimento dello Stato di Palestina e l’interruzione degli accordi di collaborazione dell’Ateneo con Israele, esprime solidarietà alla relatrice Onu, che è stata allieva dell’Università.
Poi c’è un pool di enti, e cioè la Fondazione PergugiaAssisi, il Centro Diritti Umani “Antonio Papisca”, che in una nota congiunta hanno scritto: «Chi attacca Francesca Albanese attacca la centralità dell’Onu e dell’intera architettura multilaterale per il mantenimento della pace e della sicurezza internazionale. Chi attacca Francesca Albanese attacca tutte le vittime e i sopravvissuti alle violazioni dei diritti umani e ai crimini di guerra e contro l’umanità».
Insomma, siamo brutte persone. La diretta interessata, ieri, ha raccolto tutti questi tributi di affetto e vicinanza. «Sono impressionata (e commossa) da quante persone si sono espresse in difesa del mio lavoro», ha scritto su X. «Essere uniti contro gli abusi è fondamentale, e ancor più fondamentale è fermare il genocidio. Insieme, possiamo farlo». Comprensibile si senta commossa e impressionata. Manca solo la causa di beatificazione in vita. Ma non diciamolo troppo forte.