Il Partito democratico in fibrillazione. Il sostegno a Beppe Sala, sindaco dem di Milano finito nell'inchiesta sull'urbanistica, non va giù a molti. "Cè una grande ipocrisia nell’atteggiamento del Pd. Se si decide di difendere Sala, allora va difeso del tutto, compreso il suo modello di città. Non si può farlo e contemporaneamente chiedere il rinnovamento", tuona un big dem stando a quanto fatto trapelare dal Fatto Quotidiano. Nel mirino proprio Elly Schlein, che ha preteso discontinuità, ma che non è in grado di esigere un passo indietro del primo cittadino perché è ostaggio del gruppo dirigente milanese, ma anche perché il gesto sarebbe troppo eclatante. L'ala più dura non intende comunque arrendersi e non esclude una fine anticipata del mandato e la candidatura di Mario Calabresi.
Diverso l'atteggiamento del Movimento 5 Stelle. La forza politica di Giuseppe Conte preferisce la cautela. Ieri a Palazzo Marino niente urla, niente cartelli e niente bandiere del Movimento. Distanza di sicurezza dal piccolo presidio davanti al Comune, e il coordinatore regionale Dario Violi che all’uscita dal simil-comizio di Sala detta la linea: "Noi 5Stelle non chiediamo teste che rotolano, ma una visione diversa di città, che è in mano agli speculatori, come diciamo da anni". I grillini sono sì lontani dal sindaco, ma stanno attenti a tenere separato "l'aspetto politico da quello giudiziario".
Un avvertimento arrivato dallo stesso Giuseppe Conte durante una riunione con gli eletti lombardi e qualche big. "Abbiamo già invitato chi di dovere a trarre le conseguenze sul piano politico - ha spiegato ai suoi nelle parole riportate dal Fatto -. Ma l’aspetto giudiziario non deve riguardarci, noi siamo una forza matura. Noi siamo garantisti, non certo forcaioli".