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Mimmo Lucano fuori dalle liste Avs: ecco perché salta

di Lorenzo Cafarchio martedì 9 settembre 2025

3' di lettura

«Problemi. Problemi. Problemi». Possiamo mutuare la celebre frase decisamente memizzata sui social pronunciata dal telecronista della Formula 1 Carlo Vanzini per raccontare la situazione che in queste ore sta vivendo l’alfiere di Alternativa Verdi e Sinistra Mimmo Lucano. Il sindaco di Riace ed europarlamentare ha visto, durante la giornata di ieri, recapitarsi il “niet” delle commissioni elettorali dei tribunali di Reggio Calabria e di Cosenza perla sua candidatura alle regionali. Ma cosa vuol dire? In pratica per via della legge Severino non potrà partecipare alla prossima tornata elettorale calabrese causa la condanna a 18 mesi per falso ideologico nel corso del processo Xenia. I suoi legali, gli avvocati Andrea Daqua e Giuliano Saitta, non hanno perso tempo presentando ricorso alle Corti d’Appello di Reggio Calabria e Catanzaro per chiedere la reintegrazione, nelle liste, di Lucano. L’emblema dell’accoglienza a tutti i costi era stato dichiarato decaduto, lo scorso primo luglio, dalla figura di primo cittadino dal tribunale civile di Locri- anche se la decisione è slittata a gennaio 2026 mantenendo per ora tutto invariato - che aveva accolto il ricorso della Prefettura reggina, seguendo le conseguenze della condanna riferita sempre alla sentenza nel processo, come detto, denominato Xenia che riguardava presunti illeciti nella gestione degli immigrati nel comune calabrese.

«C’è un filo conduttore per me che inizia tanti anni fa, con la vicenda penale, che continua con la decadenza e con la legge Severino e che si conclude con l’epilogo di questi giorni per quanto riguarda la partecipazione alle regionali», la reazione a caldo di Lucano. «Ovviamente abbiamo fatto ricorso alla Corte d’Appello, ma questa situazione un po’ mi spegne l’entusiasmo. In ogni caso continuerò a sostenere con fortissima convinzione la lista di Avs e il candidato a presidente della Regione Pasquale Tridico. Mi sono speso per l’unità del centrosinistra e per gli ideali che Pasquale rappresenta. Per la prima volta siamo tutti uniti e una speranza per la Calabria. Andiamo avanti comunque», ha proseguito l’europarlamentare. Forte di 76mila preferenze ottenute alle scorse elezioni europee nel 2024, che lo hanno condotto a Bruxelles, nei giorni scorsi si era contraddistinto perla strenua difesa alla candidatura, nel suo schieramento, della professoressa Donatella Di Cesare. Con tanto, ovviamente di attacco, a Fdi. «Non mi pare», aveva scritto sui social, «che Fratelli d’Italia abbiamo mai preso le distanze dai periodi più bui del Fascismo e dello stragismo nero». La solita litania, niente di nuovo. La ricerca nell’avversario del nemico da definire come demone quando, invece, bisognerebbe guardare nell’intimo delle proprie scelte.

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Perché, infatti, la condanna per falso ideologico - pena sospesa come detto per 1 anno e 6 mesi - ha portato al momento all’esclusione di Lucano dal suo posto di capolista nella compagine messa in campo da Avs nelle circoscrizioni che fanno capo a Reggio Calabria e a Cosenza. Il tutto arriva direttamente in nuce dall’articolo 7 del decreto legislativo 31 dicembre 2012, n. 235, ovvero Legge Severino. Leggasi non è possibile candidarsi se si ha «subito condanne definitive per reati commessi con abuso dei poteri o violazione dei doveri pubblici». Sulle colonne de LaC News24 il segretario regionale di Avs, Fernando Pignataro, ha dichiarato che in un primo momento a Cosenza avevano «accettato il verbale senza ricusazione, poi hanno acquisito il materiale dallo Stretto. Noi faremo una conferenza stampa sabato a Lamezia Terme con Pasquale Tridico, Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli in cui presenteremo le liste del partito». Ma non ci sta e rivendica la figura di Lucano come parte «integrante delle liste, perché pensiamo che sia fuori da ogni buon senso che un rappresentano italiano a Bruxelles non possa candidarsi nella sua regione. Noi abbiamo presentato ricorso a Reggio e anche a Cosenza. Nei confronti di Mimmo siamo al teatro dell’assurdo, alla penalizzazione di una persona che nella sua vita ha avuto solo l’intento di fare bene anche sfidando i codici. La sua esclusione è un atto politico. Mimmo resta una personalità di spicco di questa regione». Il senatore di Forza Italia, Maurizio Gasparri, non si dice sorpreso. «Mimmo Lucano incandidabile? Chi l’avrebbe mai detto. Condannato per falso, solo una certa sinistra poteva pensare fosse buona idea candidarlo. Ma li perdoniamo perché Fratoianni, Bonelli&Co., ostinati a portare avanti personaggi sempre più discutibili, non sanno quello che fanno». Presto servita la nuova bega di giornata del campo largo in vista delle elezioni regionali a venire. Quale sarà la prossima puntata? 

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