Cosa ci sarà dietro l’assenza di Giorgia Meloni dalla scena, da ben tre giorni? Una parte della classe politica italiana ragiona così. È convinta che ogni evento che ha per protagonisti i vertici del governo sia spiegabile solo con verità nascoste, depistaggi, occultamenti. Una mentalità complottista che nelle forme più gravi si estende ai non-eventi: se non accade nulla – anzi, “se non ci raccontano nulla” – vuol dire che dietro c’è un segreto inconfessabile. Il risultato più probabile è una figura di quelle che un tempo non lontano si sarebbe detta “alla Toninelli”, prima che il modello grillino contagiasse il resto dell’opposizione.
La premier non appare in pubblico dalla sera di giovedì 4 settembre, quando ha incontrato a palazzo Chigi il presidente della Polonia, Karol Nawrocki. Da lei, nel weekend, si erano avute solo notizie in forma scritta. Nemmeno poche, peraltro. L’omaggio a Giorgio Armani pubblicato sul Corriere della Sera di sabato, la dichiarazione con cui ha espresso solidarietà agli uomini delle forze dell’ordine aggrediti a Milano dai leoncavallini, e il giorno seguente la condanna perla «ferocia» degli attacchi russi ai civili ucraini e le congratulazioni alle azzurre campionesse mondiali di pallavolo. Troppo poco, per i suoi avversari. Online c’è chi si chiede per quale motivo non sia andata al forum di Cernobbio (al quale non era attesa), o al Gran premio di Formula 1 di Monza o alla camera ardente di Armani: tutti appuntamenti di natura non istituzionale.
Fioriscono improbabili dietrologie. Meloni avrebbe preso un volo di Stato assieme alla figlia Ginevra e alla sorella Arianna, destinazione New York, per farsi fotografare assieme a Jannik Sinner se il tennista italiano avesse vinto, ma non si sarebbe fatta vedere sulle tribune dello stadio nonostante lì ci fossero il suo amico Donald Trump e il ministro Daniela Santanchè. Ipotesi subordinata, un po’ meno appagante per i complottisti: avrebbe preso il volo di Stato con i familiari solo per andare in Puglia, a riposare qualche giorno nel solito resort.
Insinuazioni che vengono tradotte subito in un’interrogazione parlamentare firmata dal senatore Enrico Borghi, vicepresidente di Italia viva. Il tono è inquisitorio: la premier «intende chiarire le ragioni per le quali non si sia recata ad alcuno degli eventi avvenuti nel fine settimana da venerdì 6 a domenica 8 settembre scorso?». E ancora, col tono di quello che ha avuto la soffiata giusta: «Intende chiarire se abbia partecipato o meno a eventi istituzionali non resi pubblici, in Italia oppure all’estero, come hanno ventilato alcune fonti giornalistiche, a New York con un volo di Stato o in Puglia?».
Il parlamentare renziano ricorda che in quei giorni ci sono stati «il forum di Cernobbio, il Gran premio di Formula 1 a Monza ovvero la camera ardente del signor Giorgio Armani», e conclude che «non si può non esprimere un certo stupore nell’osservare come la presidente del Consiglio dei ministri non abbia partecipato ad alcuno degli importanti eventi suddetti, per i quali era innegabilmente doverosa la sua presenza».
Per la cronaca: un’interrogazione – cioè un atto di controllo del parlamento – con cui si pretende di sapere perché un membro del governo non abbia partecipato a eventi non istituzionali, ai quali la sua presenza non era prevista, è pretestuosa persino per i bassi standard della politica italiana.
Meloni, comunque, risponde. In serata, sui social network, scrive di aver letto, «con un misto di amarezza e indignazione, l’ennesima polemica costruita ad arte sul nulla», solo perché per due giorni ha scelto di dedicarsi al suo «ruolo più bello e naturale: essere madre». Racconta di aver regalato alla figlia «un fine settimana insieme all’estero per il suo compleanno, viaggiando con voli di linea, come qualunque altra persona e come è normale che sia». Una scelta privata che lei ha fatto «con orgoglio» e che «è stata trasformata in un’arma politica, tra insinuazioni su voli di Stato e incontri segreti mai avvenuti. Tutto falso». Menzogne che intende combattere «anche come donna e come madre. E se alcuni dei miei avversari politici sono ridotti ad attaccarmi perfino per un fine settimana con mia figlia», chiosa, «significa che hanno davvero toccato il fondo».
Poche ore prima, una nota di palazzo Chigi aveva spiegato che Meloni «ha trascorso il fine settimana a New York in veste privata con sua figlia Ginevra» e avvertito che la premier «intende adire le vie legali nei confronti di chi ha diffuso o insinuato notizie infondate in merito». La zuffa del giorno finisce così, con la bufala sul volo di Stato smascherata e Iv riconosciuta responsabile di un «clamoroso boomerang comunicativo» (Carlo Calenda dixit).
I renziani replicano accusando la premier di fare «il consueto vittimismo», ma il centrodestra ha gioco facile nello sberleffo. Il forzista Maurizio Gasparri annuncia che appena incontrerà Borghi al Senato lo qualificherà come «miserabile» e Michaela Biancofiore (gruppo Civici d’Italia, Nm, Udc, Maie) paragona gli oppositori della premier al più sventurato personaggio dei cartoni animati: «Non hanno compreso con chi hanno a che fare. Saranno sempre delusi e faranno la fine di Willy il Coyote: inseguimento infruttuoso e alienante».