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Elly Schlein durissima con Silvia Salis: stai al tuo posto

di Brunella Bolloli sabato 20 settembre 2025

3' di lettura

Esse contro esse, Schlein versus Salis: sembra uno scioglilingua, ma è la politica, bellezza. Storia di primedonne, una più in alto, quella che ha vinto sull’apparato perché «anche stavolta non ci hanno visto arrivare», parafrasando Lisa Levenstein; l’altra appena arrivata nell’arena del «sangue e m...» evocata da Rino Formica, eppure già pronta a uscire dagli steccati locali. Storia di martelli - specialità di Silvia Salis ex campionessa di questo lancio - e falce, simbolo del comunismo e di una classe operaia oggi spiazzata da una leadership moderna vestita dall’armocromista.

Dal 12 marzo 2023 Elly Schlein è la segretaria nazionale del Partito democratico, Silvia Salis guida la città di Genova dal 26 maggio, l’una ha sostenuta l’altra nella campagna elettorale «per battere le destre», come usano dire idem, attorno alla bionda ex martellista il campo non è stato largo, ma larghissimo eppure adesso qualcosa si è rotto nel grande sostegno mostrato da Elly alla sindaca amante dei riflettori.

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Un retroscena pubblicato sul Foglio narra di una telefonata burrascosa di Schlein alla Salis e non certo per parlare delle giacche Armani da indossare in qualche comizio o del mancato invito al festone di compleanno per i quarant’anni glamour all’ombra della lanterna. Colleghe, ma non amiche strette, del resto uno alla propria serata invita chi vuole. E così la signora Salis maritata Brizzi ha riunito duecento personalità, tra dem, renziani, centristi, imprenditori e personaggi del mondo dello spettacolo e si è pure procacciata uno staff perla comunicazione di primo livello, che poi è quel Marco Agnoletti già fedelissimo di Matteo Renzi e della galassia della Leopolda che sta per aprirsi (Silvia Salis, manco a dirlo, sarà ospite d’onore).

In sintesi. Al Palazzo della Borsa di Genova, l’altra sera, Salis ballava il twist con Andrea Orlando e Raffaella Paita, mentre Schlein percorreva chilometri su e giù per le regioni dove il centrosinistra si gioca una partita non facile gridando al solito allarme fascismo, ritornello dei compagni.

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Ma dopo l’ennesima intervista in cui la sindaca ha lasciato intendere di avere ambizioni oltre i confini della Liguria, Elly, raccontano, è passata al contrattacco. Ufficialmente perché «se continui così ti bruci», le avrebbe detto dando la colpa ai «giornalisti che forzano» le parole e fanno sembrare ciò che non è. La copertina di Vanity Fair, in particolare, uscita a fine luglio (in edicola fino al 12 agosto) e ripubblicata in questi giorni, tanto per fare salire la bile ai piani alti del Nazareno, avrebbe fatto sobbalzare la segretaria. Titolo: «Adesso faccio la sindaca, ma domani chissà. La sinistra deve trovare una guida». E hai voglia a dire: ora «lavoro per Genova. È una palestra impegnativa e tutte le mie forze devono essere concentrate lì». È quel «tra cinque anni, si vedrà» di due righe più sotto a riattizzare il fuoco dei malumori interni ai dem, cacicchi compresi. Che poi Salis non è del Pd.

E alle amministrative della scorsa primavera si è candidata senza avere una reale esperienza in fatto di gestione della cosa pubblica. È stata vicepresidente del Coni, sì, ma a differenza di Elly non aveva mai visto un consiglio regionale prima, né aveva fatto parte di qualche movimento politico giovanile tipo Occupy Pd, né altro, a parte avere avuto un padre iscritto al partito comunista. Inesperta, ma comunque abile a radunare attorno a sé una coalizione ampia di centrosinistra, dal Pd ai Cinquestelle, da Iv ai Verdi.

Sarà per questo che sul nome di Silvia Salis alcuni famigerati “guru” della sinistra stanno già costruendo il loro personale castello di illusioni nella prospettiva di battere, un giorno, Giorgia Meloni. Contrapponendo lei, moglie e madre che parla ai centristi, come ha scritto Augusto Minzolini su Il Giornale, alla segretaria di sinistra-sinistra, la quale nel frattempo deve vedersela con gli “alleati”, in primis il capo M5S Giuseppe Conte.

Salis, ieri, ha smentito le voci di tensioni con la leader dem: «Immaginarmi in un ruolo nazionale, come guida del futuro campo largo credo sia un esercizio assolutamente inutile. Sono la sindaca di Genova e non voglio essere messa in contrapposizione con Elly Schlein che non solo mi ha sostenuta tantissimo, ma sta facendo un lavoro incredibile per unire il centrosinistra», ha risposto abile a margine dell’inaugurazione del Salone Nautico. «Credo che questo gioco non faccia bene a chi vuole il campo progressista che possa vincere le elezioni. La mia risposta è un no», ha aggiunto. Ma siamo solo all’inizio. E la partita, tra donne, si gioca fino in fondo.

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