"Putin mi è parso molto affaticato": Massimo D'Alema lo avrebbe confidato ad alcuni amici dopo essere stato in Cina, ospite del governo di Pechino, per le celebrazioni degli 80 anni dalla fine della Seconda guerra mondiale. Lo riporta Francesco Verderami sul Corriere della Sera. Il presidente russo, insomma, non deve aver fatto un'ottima impressione all'ex premier.
La testimonianza di D'Alema, tra l'altro, smonta le immagini di quell'evento. Immagini da cui Putin era apparso come al solito, senza mostrare particolari difficoltà. "Putin aveva al suo fianco due persone che lo sostenevano", avrebbe raccontato l'ex premier senza fare riferimento al momento preciso in cui avrebbe assistito a questa scena e senza neanche mai azzardare una diagnosi. Alla fine, però, avrebbe aggiunto: "Sembrava di vedere Silvio Berlusconi nell’ultimo periodo".
Le sue parole, in ogni caso, riportano al centro del dibattito i dubbi sulle reali condizioni di salute dello zar. Negli anni sono state tante le malattie attribuite al capo del Cremlino: vari tipi di tumori al sangue e al pancreas, il Parkinson e perfino la sindrome di Cushing, una malattia legata a un'esposizione prolungata al cortisolo. Putin, però, ha sempre preferito mantenere il massimo della privacy sulla sua cartella clinica. Il riserbo su questo aspetto, anzi, è diventato quasi un'ossessione. Basti pensare che da anni, durante i suoi viaggi all’estero, gli agenti del Servizio di sicurezza federale russo raccolgono le sue feci e le sue urine per evitare di lasciare tracce genetiche.