Quello che dice Alessandra Ghisleri nell'intervista su La Stampa è il pensiero di chiunque sappia ragionare fuori dagli schemi ideologici: "Gli italiani sostengono la causa di Gaza ma non vogliono essere strumentalizzati", spiega la sondaggista. Parole che sembrano essere una pietra tombale sulle aspirazioni politiche degli attivisti pro-Pal italiani della Flotilla, ma pure del segretario della Cgil Maurizio Landini che sul tema Medio Oriente ci ha imbastito un bello sciopero generale e pure di chi politicamente lo insegue, come la segretaria del Pd Elly Schlein.
"Una cosa è scendere in piazza, altro è costringerli ai disagi dello sciopero", sottolinea la Ghisleri, che poi snocciola i numeri sulla questione Gaza. "Sei italiani su dieci", sono solidali con Gaza, "e molti di loro sono anche disposti a scendere in piazza come è accaduto mercoledì sera in molte città. Il sillogismo solidarietà uguale protesta e dunque sciopero però va evitato perché "gli italiani in questo momento si sentono fragili e vulnerabili, e non trovano nei sindacati un impegno sufficiente".
Anche perché al di là dell'afflato umanitario e universale decantato da Landini, il compito primario di un sindacato sarebbe difendere i suoi iscritti nelle battaglie pratiche e quotidiane. Ed è qui che casca l'asino.
"Ci sono molte questioni nel campo del lavoro su cui l'opinione pubblica chiede risposte. Oggi c'è uno sciopero generale indetto da alcuni sindacati, e il rischio è che gli si dia una connotazione troppo distante da quelle che dovrebbero essere le priorità di una organizzazione di lavoratori", sottolinea la sondaggista. "Se un lavoratore non è in grado di recarsi al lavoro perché i trasporti sono bloccati, potrebbero farsi la seguente domanda: cosa è effettivamente utile alla causa palestinese, e cosa non lo è?".
Imporre ai lavoratori "una giornata di lavoro non pagata significa imporgli una causa esterna alle questioni del lavoro e qualcuno potrebbe viverla come una pressione politica. Certamente rischia di essere controproducente. La domanda che si faranno alcuni è: il sindacato è un interlocutore di temi etici e politici prima che di quelli del lavoro?"
C'è anche un problema di percezione riguardo alle manifestazioni di piazza. Sulle ultime "dicono che sono state solo parzialmente violente il 70% degli elettori Pd, e il 55 di quelli dei Cinque Stelle. Per gli elettori di Avs la maggioranza netta dice sono state pacifiche". Mentre "il 63% degli elettori dei tre partiti sostiene che sono state improntate alla violenza". Reazioni diverse che non aiutano tenere insieme un sentimento diffuso. L'Italia si spacca anche sulla Flotilla: il 35% sostiene che il governo abbia tutelato la sicurezza degli attivisti diretti a Gaza, il 36% l'esatto contrario. Non solo: "Un elettore su tre del Pd pensa che lo Stato italiano si sia mosso bene. Il 45% di quelli dei Cinque stelle non ne è così convinto e tra di loro un altro 45 non sa rispondere".