Ma lo sapete perché andate in piazza? E non ve ne frega nulla di quanto è accaduto il 7 ottobre del 2023? Leggete qualche libro? Ecco, navigando sulla rete ti imbatti in autentici deliri rilanciati da video-interviste nelle agguerrite piazze ProPal. Hamas può stare tranquilla, da noi ha tanti amici... In particolare colpisce quanto rilanciato da Bologna, dove hanno fatto davvero rumore le violenze degli attivisti scatenati dopo la fine ingloriosa della missione della Flotilla. Un cronista locale ha chiesto ai manifestanti opinioni precise e le risposte sono desolanti, giovani che non sanno davvero nulla. A una coppia la domanda è: «Se aveste a disposizione un pulsante per liberare tutti gli ostaggi israeliani, lo premereste sì o no e perché?». I due, abbastanza trasandati, fanno i duri come si conviene in certe occasioni. Dice il maschio: «Dipende da che ostaggio. Se è un ostaggio che supporta il governo di Netanyahu no grazie». E spiega pure il “motivo”: «Anche perché al momento praticamente tutta la popolazione civile israeliana è collusa con quello che sta succedendo».
Stessa domanda alla ragazzina che gli sta a fianco, tutta ammirata. Non poteva dire altro: «Io condivido quello che ha detto lui anche perché appunto è una cosa così generale senza sapere chi sono quelle persone e che non ha senso tutto quello che sta succedendo. Noi siamo qui per un motivo e non tanto per questi ostaggi di qua e di là. Stiamo qui appunto perché stanno morendo sotto le bombe». Ostaggi di qua e di là. Le nuove generazioni. Altri due ragazzi. «Voi che ne pensate di Hamas? È un gruppo terroristico, come dicono alcuni, o è un movimento di resistenza al genocidio?». Lui, l’ultrà, senza nemmeno pensarci un attimo: «Io lo vedo come un movimento di resistenza al genocidio». E tu, creatura? «Sono ovviamente completamente d’accordo con lui (da grande lotterà contro il patriarcato, chissà) perché non ci si deve neanche fidare della scusa di usare gruppo terroristico per bombardare e sterminare il popolo della Palestina». L’ultimo della serie sembra più riflessivo all’inizio ma subito si mette a sbarellare anche lui: la domanda è identica. «Se avessi un pulsante magico che ti permettesse di smantellare Hamas e far liberare tutti gli ostaggi, lo premeresti oppure servono come deterrenza?». Balbettio iniziale, poi la raffica parte: «Capisco che venga considerato un’entità terrorista ma attualmente ci ritroviamo un popolo che non ha un esercito, un popolo che non ha una difesa in qualsiasi modo, e come sanciscono i diritti dell’uomo hanno effettivamente diritto a proteggersi a difendersi. Poi ci sono alcuni comportamenti di Hamas che effettivamente sono sbagliati e quindi non è che sto dicendo viva Hamas o robe del genere, sto semplicemente dicendo che un popolo ha diritto a difendersi». Il problema non è l’incertezza nell’uso della lingua italiana, ma le contorsioni nella mente del giovane. «Ma quindi il pulsante lo premeresti sì o no?».
E lui, netto: «No». Non ci si poteva aspettare di meglio... Sono ragazzi che crescono nell’immaturità. Anche grazie a politici che fanno pessime lezioni. A costoro ha reagito il Coisp, sindacato di polizia, dopo la protesta della sinistra, Pd in testa, per i controlli su chi ieri arrivava a Roma. A parlare è stato il leader sindacale Domenico Pianese: «Questi signori non sanno, o fingono di non sapere, che proprio grazie a quei controlli sono state sequestrate spranghe, bastoni e maschere antigas diretti al corteo. A cosa servivano questi strumenti, a siglare un trattato di pace? Chiediamo un po’ di onestà intellettuale e di rispetto per tutti quei poliziotti che in queste ore stanno garantendo l’ordine pubblico».