Autorizzazione negata. L'Aula della Camera ha votato contro l'autorizzazione a procedere nei confronti di Carlo Nordio, Matteo Piantedosi e Alfredo Mantovano per il caso Almasri. I sì alla relazione della Giunta, contraria all'autorizzazione, sono stati per il ministro della Giustizia 251 e i no 117; per il titolare del Viminale 256 e i no 106; per il sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio 252 sì e 112 no. E in tutti e tre i casi, i sì sono stati superiori al numero degli effettivamente presenti nel centrodestra, ovvero 242, e quindi secondo il capogruppo di Fratelli d'Italia, Galeazzo Bignami, tra le opposizioni "ci sarebbero stati circa 15-20 franchi tiratori: avevamo calcolato di arrivare a 235 voti. Non solo abbiamo dimostrato compattezza, ma anche che alcuni esponenti dell'opposizione hanno votato contro l'autorizzazione a procedere. Nella Prima Repubblica si sarebbero chiamati franchi tiratori. Noi siamo contenti".
Passa, dunque, la relazione della maggioranza firmata da Carlo Pittalis. Quest'ultima chiedeva di negare l'autorizzazione a procedere ritenendo che i tre membri del governo - nel rimpatriare il generale libico - abbiano agito nell'interesse dello Stato e per la tutela di un bene pubblico preminente. Tra questi la sicurezza nazionale. Non dunque per fini personali o illeciti.
Brutte notizie invece per le opposizioni. La relazione di minoranza firmata da Federico Gianassi (Pd) offriva la versione opposta, sostenendo che i tre membri del governo abbiano violato gravemente gli obblighi internazionali dell'Italia impedendo la consegna alla Corte penale internazionale (CPI) del miliziano libico accusato di torture, stupri e omicidi. Relazione però non passata.
A prendere la parola e commentare il voto è stato subito Carlo Nordio. "Sono soddisfatto perché il risultato è andato anche oltre, numericamente, a quella che era l'aspettativa della maggioranza parlamentare: ciò significa che anche da parte di alcuni dell'opposizione vi è una riluttanza ad affidare alle procure della Repubblica delle competenze che dovrebbero essere squisitamente politiche". E ancora: "Lo strazio che il Tribunale dei Ministri ha fatto delle norme più elementari del diritto è tale da stupirsi che non ci siano schizzati i codici tra le mani, ammesso che li abbiano consultati. È andata come doveva andare".