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Ok elotuzumab con pomalidomide e basse dosi di desametasone (Epd)

Per il trattamento di pazienti con mieloma multiplo recidivato e refrattario la sopravvivenza libera da progressione mediana e il tasso di risposta globale sono raddoppiati nei pazienti che hanno ricevuto la tripla combinazione (EPd)
di Maria Rita Montebelli sabato 31 agosto 2019

3' di lettura

Bristol-Myers Squibb ha annunciato che la Commissione Europea (EC) ha approvato elotuzumab in combinazione con pomalidomide e basse dosi di desametasone (EPd) per il trattamento di pazienti adulti con mieloma multiplo recidivato e refrattario che abbiano ricevuto almeno due precedenti linee di terapia, inclusa la lenalidomide e un inibitore del proteasoma (PI), e abbiano mostrato progressione della malattia durante l’ultimo trattamento. Questa approvazione si basa sui dati dello studio ELOQUENT-3, in cui la combinazione EPd ha raddoppiato, rispetto a pomalidomide e basse dosi di desametasone (Pd) da soli, sia la sopravvivenza libera da progressione (PFS) mediana che il tasso di risposta globale (ORR) in pazienti con mieloma multiplo recidivato e refrattario. “Il mieloma multiplo è una malattia che recidiva frequentemente e la probabilità che il tumore si manifesti nuovamente dopo il trattamento iniziale è un pesante fardello per i pazienti - ha affermato Fouad Namouni, M.D., head, Oncology Development, Bristol-Myers Squibb - Siamo orgogliosi che la Commissione Europea abbia nuovamente riconosciuto il ruolo di elotuzumab nell’aiutare i pazienti europei con mieloma multiplo approvando per la seconda volta un regime contenente elotuzumab nel setting recidivato e refrattario”. EPd è la prima tripletta di combinazione approvata in Europa basata su uno studio randomizzato che utilizza lo standard di cura, Pd, come agente comparatore. I risultati di ELOQUENT-3 hanno dimostrato che l’aggiunta di elotuzumab a Pd può significativamente prolungare la sopravvivenza libera da progressione di malattia in pazienti con mieloma multiplo pesantemente pretrattati, indipendentemente dal numero di precedenti terapie ricevute. La PFS valutata dallo sperimentatore, endpoint primario dello studio, è risultata di 10.25 mesi (IC 95 per cento: 5.59 a non valutabile) nei pazienti randomizzati a EPd rispetto a 4.67 mesi (IC 95 per cento: 2.83 a 7.16) in quelli trattati con Pd da soli, indicando una riduzione del 46 per cento del rischio di progressione di malattia (HR 0.54; IC 95 per cento: 0.34 – 0.86; p = 0.0078) tra i bracci EPd e Pd dopo un follow-up minimo di 9.1 mesi. Un endpoint secondario dello studio, l’ORR, era del 53.3 per cento (IC 95 per cento: 40.0 – 66.3) rispetto al 26.3 per cento (IC 95 per cento: 15.5 – 39.7; p = 0.0029) nei pazienti che hanno ricevuto rispettivamente EPd e Pd. “L’approvazione di questa tripla combinazione contenente elotuzumab nel setting recidivato e refrattario offre ai pazienti, e ai loro medici, un trattamento alternativo che ha il potenziale di dare ai pazienti più tempo da vivere senza progressione di malattia, offrendo inoltre un tollerabile profilo di sicurezza”, ha dichiarato Meletios A. Dimopoulos, M.D., professore e chairman del Dipartimento di Terapia Clinica presso la National and Kapodistrian University di Atene. Questi dati dello studio ELOQUENT-3 sono stati presentati al 23° Congresso della European Hematology Association (EHA) nel 2018. I risultati di efficacia aggiornati con un follow up minimo di 18.3 mesi sono stati presentati al 24° Congresso EHA quest’anno. In questa analisi esplorativa un totale di 40 pazienti (67 per cento) erano vivi nel braccio EPd e 29 (51 per cento) nel braccio Pd (HR 0,54; IC 95 per cento: 0,30 - 0,96). La OS mediana non è stata raggiunta nel braccio di trattamento con EPd. Gli eventi avversi di Grado 3-4 correlati al trattamento erano comparabili tra i gruppi EPd e Pd. Infezioni di ogni grado si sono manifestate nel 65 per cento dei pazienti in entrambi i bracci. I tassi degli eventi avversi ematologici più frequenti di Grado 3-4, neutropenia ed anemia, erano rispettivamente del 13 per cento e 10 per cento, nei pazienti che hanno ricevuto la combinazione EPd, e rispettivamente del 27 per cento e 20 per cento in quelli trattati con Pd, malgrado una più prolungata esposizione nel braccio EPd e la simile intensità di dose di pomalidomide nei due bracci. Gli eventi avversi hanno portato alla sospensione della terapia nel 18 per cento dei pazienti nel braccio EPd, rispetto al 24 per cento nel braccio Pd. L’ente regolatorio americano (FDA, Food and Drug Administration) ha approvato a novembre 2018 la tripla combinazione EPd per il trattamento di pazienti adulti con mieloma multiplo che abbiano ricevuto almeno due precedenti linee di terapia, contenenti lenalidomide e un PI. Bristol-Myers Squibb e AbbVie sono co-sviluppatori di elotuzumab, e Bristol-Myers Squibb è responsabile della commercializzazione. (EUGENIA SERMONTI)

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