CATEGORIE

Il trattamento per i pazientiche non hanno altre terapie

Intervista con Paolo Corradini (nella foto), presidente Società Italiana di Ematologia e direttore della Divisione di Ematologia della Fondazione Istituto Nazionale dei Tumori di Milano e cattedra di Ematologia dell’Università di Milano
di Maria Rita Montebelli domenica 30 giugno 2019

Paolo Corradini

3' di lettura

Cosa è la terapia Car-T? Con il termine Car-T si intende una immunoterapia che utilizza particolari globuli bianchi, i linfociti T, ingegnerizzati per attivare il sistema immunitario contro le cellule tumorali, come succede per esempio per le infezioni. I linfociti T del paziente vengono prelevati e, successivamente, geneticamente modificati in laboratorio in modo da renderli capaci di riconoscere le cellule tumorali: quando vengono restituiti al paziente entrano nel circolo sanguigno e sono in grado di riconoscere le cellule tumorali e di eliminarle attraverso l’attivazione della risposta immunitaria. Si tratta di una cura standard per tutti i malati con un tumore del sangue o di una terapia utile in casi selezionati e destinata a pazienti con tumori giunti a stadio avanzato? È una terapia destinata a pazienti selezionati, in particolare ad oggi le Car-T sono state approvate in Italia per l’utilizzo nei pazienti affetti da Leucemia Linfoblastica e Linfomi ad alto grado che non hanno risposto o sono ricaduti dopo aver ricevuto le terapie convenzionali per queste patologie (chemio e radioterapia). Contro quali patologie finora la terapia ha mostrato risultati incoraggianti? Le patologie in cui le Car-T si sono dimostrate una terapia molto promettente sono la Leucemia Linfoblastica Acuta, i Linfomi non Hodgkin diffusi a grandi cellule, il Linfoma primitivo del mediastino, Leucemia Linfatica Cronica, Linfoma Follicolare e il Mieloma Multiplo. Come si effettua la terapia? La terapia si effettua mediante la somministrazione endovenosa delle cellule ingegnerizzate. La somministrazione delle Car-T deve essere preceduta dalla raccolta dei linfociti del paziente circa un mese prima dell’infusione tramite la procedura di linfocitoaferesi, cioè viene collegato a una macchina che centrifuga il sangue e raccoglie i linfociti attraverso due vene (una per l’uscita e un'altra per il ritorno). Questi vengono poi inviati al di fuori dell’ospedale per essere modificati in laboratorio. Tre giorni prima dell’infusione il paziente deve ricevere un breve ciclo di chemioterapia e poi riceve i linfociti che nel frattempo sono stati geneticamente modificati e reinviati al Centro dove il paziente è ricoverato. Il trattamento prevede che il paziente sia ricoverato per circa due settimane in un Centro Specializzato per la terapia con Car-T. La terapia è disponibile in Europa? Si, la terapia è disponibile in Europa per il trattamento di pazienti giovani adulti (fino a 25 anni di età) e pediatrici affetti da Leucemia Linfoblastica Acuta B refrattaria o ricaduta dopo due linee di trattamento e di pazienti adulti affetti da Linfoma non Hodgkin diffuso a grandi cellule B e Linfoma non Hodgkin primitivo del mediastino refrattario o ricaduto dopo due linee di terapia. Quali sono i vantaggi di questa terapia? Quali invece gli eventuali effetti collaterali? Il potenziale vantaggio è la possibilità di eseguire un trattamento di possibile efficacia in pazienti che non hanno alternative terapeutiche dal punto di vista delle terapie standard (chemio e radioterapia). I possibili effetti collaterali che sono stati osservati sono la sindrome da rilascio citochinico e gli effetti avversi neurologici. La sindrome da rilascio citochinico è legata all’attività delle Car-T e può presentarsi in circa il 25-50 per cento dei pazienti con febbre molto alta, abbassamento della pressione, difficoltà respiratorie e insufficienza renale. I disturbi neurologici possono comparire in forma di cefalea, difficoltà a parlare, disorientamento, confusione, crisi epilettiche. La mortalità di questo trattamento è circa del 5 per cento. (PIERLUIGI MONTEBELLI)

tag
CAR-T
PAOLO CORRADINI
FONDAZIONE ISTITUTO NAZIONALE DEI TUMORI
IMMUNORAPIA
LINFOCITI T
RILASCIO CITOCHINICO
LEUCEMIA LINFOBLASTICA ACUTA
LINFOMI NON HODGKIN DIFFUSI A GRANDI CELLULE
LINFOMA PRIMITIVO DEL MEDIASTINO
LEUCEMIA LINFATICA CRONICA
LINFOMA FOLLICOLARE
MIELOMA MULTIPLO
LINFOCITOAFERESI
PIERLUIGI MONTEBELLI

VACANZE IN SICUREZZA Inverno, al via la nuova stagione sportiva sugli sci, le 10 regole d’oro di SIOT per vacanze in sicurezza

SOCIETÀ ITALIANA DI NEONATOLOGIA Dubbi dei neonatologi sul 'Bonus latte' artificiale: “è comunque meglio promuovere l’allattamento al seno”

REGIONE LAZIO Leucemia Linfatica Cronica (LLC): con l’innovazione terapeutica cambio di passo nei percorsi di cura

Ti potrebbero interessare

Inverno, al via la nuova stagione sportiva sugli sci, le 10 regole d’oro di SIOT per vacanze in sicurezza

Maria Rita Montebelli

Dubbi dei neonatologi sul 'Bonus latte' artificiale: “è comunque meglio promuovere l’allattamento al seno”

Maria Rita Montebelli

Leucemia Linfatica Cronica (LLC): con l’innovazione terapeutica cambio di passo nei percorsi di cura

Maria Rita Montebelli

Pubblicato il primo ‘Patient Journey’ dei pazienti con leucemia linfatica cronica patrocinato dall’Ail

Maria Rita Montebelli

Tumore allo stomaco ed Helicobacter, 11 milioni di casi: cosa sta succedendo

L'Helicobacter pylori, un batterio comune presente nello stomaco, potrebbe essere responsabile del 76 per cento dei ...

Hiv, il ritorno in Italia: +24% in un anno, la regione più colpita

Il numero delle nuove diagnosi di HIV in Italia ha registrato un preoccupante incremento. Nel 2023 sono stati notificati...

Estate, "mai nudi sulla sabbia". cosa si rischia in spiaggia al mare

Cosa rischiano i bambini che giocano e si divertono in spiaggia d'estate? La dottoressa Elena Bozzola, pediatra e co...

Ecco i 7 sintomi per riconoscere un ictus

Come riconoscere i segnali di un ictus? Si verifica quando l’afflusso di sangue al cervello viene interrotto, port...