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“La carenza di gastroenterologiè diventata una vera emergenza”

Secondo la presidente Fismad Maria Caterina Parodi "Nel 2025 si arriverà ad un collasso del 'sistema salute' per l'assenza di quasi 17 mila specialisti: andranno in pensione oltre 30 mila ospedalieri e 5 mila universitari e convenzionati"
di Maria Rita Montebelli domenica 31 marzo 2019

4' di lettura

Mancano specialisti in gastroenterologia, un allarme che deve giungere al più presto alle orecchie delle istituzioni affinché possano essere messe in campo soluzioni per non privare i cittadini di queste figure professionali fondamentali. È questo l’argomento della tavola rotonda istituzionale 'Carenza di specialisti: criticità e proposte', durante il congresso nazionale delle malattie digestive, che quest’anno si è svolto all’Ergife Palace Hotel di Roma per festeggiare il suo 25° Anniversario. Un compleanno importante che vede unite tutte le società scientifiche gastroenterologiche (AIGO, SIED, SIGE, AISF, AISP, IG-IBD, SIGENP, SINGEM) e non gastroenterologiche (ADI, GISCoR, SICCR, SICO) che hanno interesse e si occupano a vario titolo di malattie dell’apparato digerente. "I reparti di gastroenterologia stanno chiudendo uno dopo l'altro - hanno detto i partecipanti alla tavola rotonda - e questo comporta lo spostamento dei pazienti verso le chirurgie e verso la medicina interna, con un aumento dei costi e un evidente peggioramento della qualità assistenziale, a tutto danno dei pazienti e dello stesso Ssn". Un incontro di grande interesse per i giovani medici, per i pazienti e per la sopravvivenza ed il futuro della gastroenterologia e dell’endoscopia digestiva italiane, nel corso del quale sono intervenuti – moderati dalla presidente Fismad professoressa Maria Caterina Parodi – anche esponenti delle istituzioni nazionali e locali, il rappresentante degli specializzandi e delle associazioni di pazienti, a garanzia della massima interattività. A lanciare l'allarme sulla progressiva carenza di specialisti è stata proprio Maria Caterina Parodi: "Entro il 2022 andranno in pensione oltre 30 mila specialisti ospedalieri e 5 mila universitari e ambulatoriali convenzionati. Nel 2025 si arriverà ad un collasso del 'sistema salute' per l'assenza di quasi 17 mila specialisti, un crollo dovuto al mancato ricambio generazionale causato dall'imbuto formativo creatosi in questi anni. Sono 10 mila i laureati in medicina ogni anno, 6.934 sono stati i contratti di formazione specialistica nel 2018, con un aumento di 900 borse previsto nel 2019. Numeri insufficienti - sostiene Parodi - per ridurre il deficit atteso. Bisognerebbe evitare, innanzitutto, le numerose borse di studio che ogni anno vanno perse e far fronte alla fuga dei giovani specialisti che dal Sud si trasferiscono al Nord Italia o all'estero, sono ben 1000 specialisti all'anno". Per quanto concerne i gastroenterologi, Parodi dichiara: "Nel 2020 mancheranno oltre 1200 specialisti solo per garantire l’attività endoscopica ambulatoriale esclusa la colonscopia di screening. I contratti di formazione post-laurea in gastroenterologia sono meno di 1/3 rispetto a quelli in chirurgia, medicina interna, cardiologia". Secondo dati diffusi da Eurostat, l'ufficio statistico dell'Unione Europea, l'Italia ha i medici più vecchi d'Europa, con il 54 per cento del totale che supera i 55 anni. È dunque evidente come il nostro paese sia particolarmente interessato ai problemi che pongono l’invecchiamento della popolazione professionale operante nel Servizio sanitario nazionale e il suo pensionamento, presente e futuro, considerando anche la recente introduzione della ‘quota 100’. Questo soprattutto a fronte delle criticità del sistema formativo post-lauream - le scuole di specializzazione – che non riescono a coprire il fabbisogno di medici. L’allarme ovviamente coinvolge anche la gastroenterologia, che da anni lamenta la copertura insufficiente per i bisogni della popolazione. “Da questo incontro sono emerse numerose indicazioni utili per cercare risposte al problema della mancanza di medici specialisti – afferma Sonia Viale, vicepresidente e assessore alla Sanità, alle Politiche Sociali, e alla Sicurezza della Regione Liguria - occorre distinguere profili di responsabilità e trovare, sia nel breve che nel lungo periodo, percorsi di qualità ‘praticabili’, cioè che tengano conto delle criticità con uno sguardo al futuro, sguardo che non può prescindere dalle figure chiave della discussione, gli specializzandi. Come rappresentante delle Istituzioni e della Politica, ho il dovere di raccogliere gli spunti forniti dai numerosi interventi che abbiamo ascoltato quest’oggi e di provare a metterli a frutto affinché tutto il sistema ne tragga beneficio”. L’appello lanciato nel corso della tavola rotonda è insomma stato raccolto con entusiasmo dai rappresentanti delle Istituzioni presenti, che hanno manifestato la volontà di tradurre al più presto in azioni concrete quanto ascoltato nel corso del dibattito. “le parole dette oggi non sono state pronunciate invano, ho infatti ricevuto incarico di recepire le indicazioni fornite da coloro che hanno il polso della situazione, ovvero specialisti e specializzandi, dando loro forma di presentazione, per provare a sperimentarle – aggiunge Walter Locatelli commissario dell'Agenzia Ligure Sanitaria (A.Li.Sa) – questa pressante criticità della gastroenterologia potrebbe trasformarsi in una opportunità per tutto il sistema salute. Di certo dobbiamo lavorare sull’offerta formativa, ampliandola e riscrivendo i piani formativi tenendo conto delle specificità delle singole specialistiche. Vogliamo dare subito risposte sostenibili per l’emergenza che affronta oggi la sanità. Una via percorribile potrebbe essere quella di creare Reti che abbiano un leader riconosciuto per ogni ambito territoriale, e che arrivino a comprendere anche figure non universitarie in veste di ‘formatori’ avvalendosi di metodi di training on the job, cioè formazione sul campo”. (MATILDE SCUDERI)

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