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Con un nuovo esame del sanguesaprai se svilupperai il diabete I

I ricercatori hanno dimostrato che la misurazione degli anticorpi contro l’insulina ‘arrugginita’ (oxPTM-INS-Ab) rappresentano un test molto accurato nel determinare se un paziente svilupperà un diabete di tipo 1
di Maria Rita Montebelli domenica 14 ottobre 2018

3' di lettura

Il diabete tipo 1 è una patologia autoimmune in cui il sistema immunitario riconosce come estranee le cellule del pancreas che producono insulina, creando infiammazione e distruggendole determinando così il deficit assoluto di questo ormone. Nei precedenti studi questi ricercatori hanno dimostrato che sostanze tossiche come i radicali dell’ossigeno rilasciate durante l’infiammazione possono legarsi all’insulina, modificarne la struttura e renderla dissimile dalla insulina normalmente prodotta, innescando così una risposta contro queste forme ‘modificate’ di insulina. Infatti, la maggior parte (oltre l’80 per cento) dei pazienti con diabete tipo 1 presenta anticorpi circolanti contro insulina ‘ossidata’; tali anticorpi sono già presenti anche vari anni prima dello sviluppo del diabete. Pertanto, abbiamo valutato se gli anticorpi anti ‘insulina-ossidata’ (oxPTM-INS-Ab) possano fungere da biomarcatore per individuare precocemente e in modo accurato il diabete tipo 1. L’obiettivo di questo studio è stato valutare se la presenza di anticorpi circolanti anti insulina ossidata possa migliorare la possibilità di prevedere la comparsa del diabete tipo 1, rispetto ai biomarcatori standard attualmente disponibili per la diagnosi della malattia (i cosiddetti anticorpi beta-cellulari: GADA, IA-2A, IAA). Lo studio è stato svolto in collaborazione tra i laboratori del professor Paolo Pozzilli (Università Campus Bio-Medico di Roma) e della professoressa Ahuva Nissim (Queen Mary, University of London); sono stati utilizzati i campioni di siero raccolti dal professor Johnny Ludvigsson (Linköping University) nell’ambito dello studio ‘All Babies in Southeast Sweden’ (ABIS), che ha messo a disposizione i dati sull’incidenza del diabete tipo 1 relativi a 17 mila bambini svedesi seguiti dalla nascita per circa 20 anni. Abbiamo quindi misurato gli anticorpi anti-insulina ossidata nel siero di un sottogruppo di bambini appartenenti allo studio svedese ABIS prima della diagnosi del diabete tipo 1. I risultati dello studio dimostrano che gli anticorpi anti insulina-ossidata (oxPTM-INS-Ab) sono altamente sensibili e specifici nel predire lo sviluppo futuro di diabete tipo 1 e che presentano un potere predittivo superiore a quello di altri biomarcatori standard comunemente utilizzati nella diagnosi del diabete tipo 1, nella fattispecie gli autoanticorpi anti insulina (IAA) che riconoscono la forma naturale (non modificata) di insulina. L’utilizzo del dosaggio per oxPTM-INS-Ab al posto degli IAA e in combinazione agli altri due biomarcatori standard (GADA e IA-2A) permette di individuare la totalità (100 per cento) dei bambini destinati a sviluppare il diabete tipo 1, rispetto all’84 per cento ottenibile con i soli biomarcatori standard. Le ricadute pratiche di questo studio sono da punto di vista diagnostico un nuovo esame del sangue pratico e accurato per la diagnosi e l’identificazione precoce dei soggetti che svilupperanno in futuro il diabete 1. Sul versante della terapia invece l’insulina ossidata potrebbe avere un ruolo nello sviluppo del diabete di tipo 1 e pertanto potrebbe rappresentare un target terapeutico per la prevenzione della malattia. In conclusione, i biomarcatori attualmente disponibili non permettono di identificare in modo sufficientemente accurato i soggetti che svilupperanno in futuro il diabete tipo 1. Questo studio dimostra che la misurazione degli anticorpi anti insulina ossidata (oxPTM-INS-Ab) facilita l’identificazione precoce di questi soggetti, identificando la totalità dei futuri diabetici se misurato in combinazione con gli altri biomarcatori. Il suo potere diagnostico è superiore a quello degli anticorpi anti insulina non ossidata. “Questo studio – commenta il dottor Rocky Strollo, endocrinologo e ricercatore presso l’Università Campus Bio-Medico di Roma, uno dei lavori dei giovani ricercatori italiani presenti all’Easd grazie ad un travel grant della Società Italiana di Diabetologia SID - da sostegno alla nostra ipotesi secondo cui modificazioni ossidative dell’insulina sono coinvolte nello sviluppo del diabete tipo 1. Il passo successivo è capire se l’insulina ossidata sia causa primaria della malattia e definire i fattori che determinano l’ossidazione dell’insulina, al fine di sviluppare una terapia preventiva”. Antibodies to oxidised insulin improve prediction of type 1 diabetes in children with positive standard islet-autoantibodies Autori: R. Strollo1, C. Vinci2, N. Napoli1, E. Fioriti1, E. Maddaloni1, L. Akerman3, R. Casas3, P. Pozzilli1, J Ludvigsson3, A. Nissim2. 1Università Campus Bio-Medico, Roma, Italy, 2Queen Mary , University of London, UK, 3Linköping University, Sweden

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DIABETE DI TIPO 1
EUROPEAN ASSOCIATION FOR THE STUDY OF DIABETES
EASD
SOCIETÀ ITALIANA DI DIABETOLOGIA
SID
INSULINA OSSIDATA
OXPTM-INS-AB
ANTICORPI BETA-CELLULARI: GADA IA-2A
GADA IAA
PAOLO POZZILLI
AHUVA NISSIM
JOHNNY LUDVIGSSON
STUDIO ALL BABIES IN SOUTHEAST SWEDEN
ABIS
ROCKY STROLLO

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