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Influenza: rilevati 140 casi gravi “Sono solo la punta dell’iceberg”

Gli esperti della Società italiana di malattie infettive e tropicali (Simit) iniziano a fare un bilancio sulla stagione influenzale in corso, che ha portato con sé alcune sorprese sgradite
di Maria Rita Montebelli mercoledì 31 gennaio 2018

3' di lettura

L’influenza anche quest’anno ha mietuto delle vittime: il sistema europeo per il monitoraggio della mortalità (Euromomo) ha registrato nelle ultime settimane un incremento dei tassi di mortalità tra gli over 65, soprattutto in Italia, Spagna, Portogallo e Scozia. La Società italiana di malattie infettive e tropicali (Simit), a commento dei dati Euromomo, ha sottolineato che una delle cause principali è stata proprio l’influenza. Da settembre sono stati infatti segnalati 140 casi gravi di influenza confermata  (età media 61 anni) e 30 decessi. Dei 140 casi gravi, tutti ricoverati in terapia intensiva, l’81 per cento presentava almeno una condizione  predisponente  a sviluppare complicazioni in caso di infezione influenzale. I casi gravi individuati sono probabilmente solo la punta dell’iceberg. Gli effetti della mancata vaccinazione. “Molto di tutto questo  - spiega il professor Massimo Galli, presidente della Simit - si sarebbe potuto evitare con una migliore copertura vaccinale, che resta molto lontana da quel 75 per cento che rappresenta l’obiettivo minimo fissato dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) negli ultra sessantacinquenni.  In 68 di questi casi gravi il virus implicato era un  A/H1N1pdm09, in 3 un A/H3N2, in 13 un virus A/non sottotipizzato e in 56 un virus B. Parlando in percentuali abbiamo rispettivamente il 48,6 per cento, il 2,1 per cento, il 9,3 per cento e il 40 per cento - prosegue Galli -  E questo pone l’indice sulle peculiarità e sulle ‘sorprese’ di questa stagione influenzale: il virus H1N1, il cui nuovo ceppoA/Michigan/45/2015 ha trovato molte persone non vaccinate, soprattutto bambini e giovani, del tutto suscettibili ad infettarsi. E inoltre il virus influenzale B, che si è rivelato meno innocuo di quanto il venga spesso considerato”. Come viene scelta la composizione del vaccino antinfluenzale. I dati europei ci dicono che il  96 per cento dei virus influenzali B isolati appartiene  al  ceppo B/Yamagata, solo il 4 per cento invece al B/Victoria. Nel vaccino trivalente, ampliamente utilizzato quest’anno in Italia e formulato secondo le prime indicazioni dell’Oms, il ceppo B/Yamagata non è contemplato e questo, come è stato suggerito da Giovanni Rezza, dell’Istituto superiore di sanità, spiega probabilmente molto di quanto è accaduto:le scelte sui ceppi contro i quali basare una campagna vaccinale si fondano soprattutto su quanto è circolato negli anni precedenti ed in particolare nell’opposto emisfero. In altre parole, i ceppi che hanno circolato in Australia o in Argentina durante l’estate, da giugno a settembre, saranno quelli più probabilmente implicati nel causare l’influenza l’inverno successivo nel nostro emisfero. Ma purtroppo non sempre è così. “Nel 2014-15 ci si attendeva il ceppo H3N3 A/Texas/50/2012 – chiosa Galli - ma finirono per circolare molto di più altri ceppi, in particolare l’H3N2 A/Switzerland/9715293/2013, il che ha molto ridotto la copertura offerta dai vaccini già preparati e messi in commercio. In Italia, del resto, proprio quell’anno si toccò il minimo storico di vaccinati, probabilmente a seguito della diffusione di notizie rivelatesi prive di ogni fondamento sulla implicazione del vaccino nel decesso di alcuni anziani. La diffusione dei ceppi virali presenta inoltre importanti variazioni geografiche. Quest’anno nell’emisfero settentrionale hanno largamente prevalso, tra i virus dell’influenza A, i ceppi H3N2, che però in Italia, fino ad ora, quasi non si sono visti. Tutto questo, comunque, non può mettere in discussione l’importanza di vaccinarsi, specie per gli anziani e i portatori di malattie croniche”. Cosa il vaccino non può coprire. Un’ultima considerazione: due casi su tre, dai campioni prelevati da persone che i loro medici curanti ritenevano malati di influenza, si sono rivelati negativi per virus influenzale. Niente di inatteso: molte delle sindromi influenzali che ogni anno si osservano sono causate da virus non influenzali e questo è accaduto anche in anni, come il 2016-17, in cui il vaccino ‘copriva’ completamente rispetto ai virus dell’influenza poi circolati. La vaccinazione anti influenzale è intesa come protezione contro i più pericolosi tra i virus respiratori, e non le si può imputare di non proteggere dagli altri virus, come auto giustificazione per non vaccinarsi. (MATILDE SCUDERI)

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