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Maria Frigerio: "global prevention e sport per una vecchiaia in salute”

Innovazioni nell’ambito delle terapie farmaceutiche in cardiologia e miglioramenti nell’ambito della cardiochirurgia ma anche aumento della sedentarietà. Ce ne parla una esperta
di Maria Rita Montebelli domenica 10 dicembre 2017

Professoressa Maria Frigerio

3' di lettura

Innovazioni terapeutiche, prevenzione e sedentarietà. Ce ne parla la professoressa Maria Frigerio - direttore di cardiologia 2 - Insufficienza cardiaca e trapianto, e a capo del De Gasperis CardioCenter dell'ospedale Niguarda di Milano – incontrata In occasione del convegno 'Armonizzare la ricerca e la pratica clinica per migliorare la prevenzione delle malattie cardiovascolari', che si è svolto nei giorni scorsi a Milano Che passi sono stati fatti nella ricerca scientifica in questi ultimi tempi sul fronte delle malattie cardiovascolari?  Parlando delle terapie farmacologiche ci sono tre grandi innovazioni: la prima nell’ambito delle terapie per le dislipidemie - alterazioni dei livelli di grassi nel sangue- gravi fino ad oggi poco controllabili. Esistono adesso farmaci efficaci che agiscono con un meccanismo innovativo affine a quello di molte terapie di successo in ambito oncologico: quello degli anticorpi mirati ad ostacolare i meccanismi patologici un’innovazione radicale nel ambito concettuale e della terapia cardiovascolare. La seconda è nell’ambito della prevenzione secondaria e muove dalla scoperta molto recente dell’associazione tra infiammazione e rischio nella malattia aterosclerotica e quindi tra assunzione di farmaci antinfiammatori e riduzione del rischio di eventi cardiovascolari. La terza, forse la meno recente anche se solo da poco tempo è effettivamente disponibile sul mercato italiano, è rappresentata dalla combinazione sacubitril/valsartan per contrastare lo scompenso cardiaco. L’idea è stata quella di unire non solo due molecole per farne una sola, ma di fondere due concetti, quello di scompenso cardiaco come disturbo emodinamico e quello di malattia come squilibrio neuro-ormonale, e mettendo insieme questi due fronti ci si è trovati ad avere in mano un farmaco con un’efficacia drasticamente superiore rispetto alla terapia fino ad oggi disponibile. Ci sono avanzamenti anche in ambito cardiochirurgico? Paradossalmente, l’avanzamento consiste in un minore spazio che ha la cardiochirurgia: la prassi è cambiata e si è evoluta, con interventi molto meno invasivi di un tempo e con la disponibilità di ‘mini-cuori’ artificiali in grado di supportare il circolo anche per molti anni. Il tasso di eventi avversi di questi dispositivi è molto più basso di quelli disponibili precedentemente. I ‘mini-cuori’ consentono una buona qualità di vita per parecchi anni e tutti speriamo che diventino più pienamente competitivi rispetto al trapianto di cuore. Com’è cambiato l’approccio alla prevenzione cardiovascolare negli ultimi anni? Forse non è più attuale parlare solo di prevenzione cardiovascolare. Prende sempre più piede il concetto di ‘prevenzione globale’ anche perché si è visto che i comportamenti salubri prevengono le patologie cardiache possono prevenire anche le patologie oncologiche. Si pensa a come mantenersi sani globalmente più di quanto non si pensi a come prevenire una specifica malattia, quest’attitudine è molto più positiva e certamente ha un maggiore appeal per le persone. Questo tipo di approccio alla salute in generale permette anche di invecchiare più tardi e rimanendo attivi molto più a lungo. Ma è il movimento la chiave di tutto. Si fa abbastanza movimento in Italia? Purtroppo no. Ormai anche nel nostro paese il tasso di obesità giovanile è più alto di quello di una volta, negli stati uniti il trend è iniziato molto prima. Nella parte del mondo più ricca – contrariamente a quanto avviene nei paesi arretrati – le fasce di popolazione più povere sono anche le più grasse, perché hanno accesso a cibo di qualità peggiore. L’obesità è maggiore dove si mangia peggio anche perché non solo si hanno meno opportunità di fare attività fisica ma orma alcune comodità – come automobili, televisori e smartphone – che ci rendono più pigri e sedentari sono ormai appannaggio di tutti.

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