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Erenumab, anticorpo monoclonaleche dimezza attacchi di emicrania

Novartis ha annunciato i risultati positivi dello studio di fase III Strive in termini di efficacia e sicurezza. Si tratta di un passo importante per la comprensione di questa patologia
di Maria Rita Montebelli domenica 3 dicembre 2017

2' di lettura

La prevenzione dell’emicrania episodica è un obiettivo che sembra avvicinarsi sempre più alla realizzazione: il New England journal of medicine ha da poco pubblicato i risultati di Strive – studio clinico di fase III di 6 mesi – che ha valutato positivamente l’efficacia e la sicurezza di erenumab nella prevenzione dell’emicrania episodica. A darne l’annuncio Novartis, azienda farmaceutica che ha sviluppato questo anticorpo monoclonale completamente umano specificamente progettato come antagonista del recettore del peptide correlato al gene della calcitonina Cgrp (Calcitonin gene related peptide), che svolge un ruolo critico nell’attivazione dell’emicrania. Erenumab ha dimostrato differenze clinicamente e statisticamente significative rispetto al placebo sia nell’endpoint primario che negli endpoint secondari, compreso il nuovo questionario validato per la misura degli esiti riferiti dal paziente. Il trattamento con erenumab è stato ben tollerato, confermando un profilo di sicurezza comparabile a quello del placebo. Nello studio sono stati arruolati 955 pazienti, randomizzati a ricevere, una volta al mese per sei mesi e per via sottocutanea, placebo o erenumab al dosaggio di 70 mg oppure di 140 mg. La metà dei pazienti che assumevano erenumab al dosaggio di 140 mg ha sperimentato una riduzione di almeno il 50 per cento del numero di giorni di emicrania al mese, riduzione che è stata del 43,3 per cento con erenumab al dosaggio di 70 mg e del 26,6 per cento con il placebo.“I dati di Strive dimostrano chiaramente che il blocco del pathway del Cgrp ridurrà l’impatto dell’emicrania - ha dichiarato Peter Goadsby, direttore del National institute for health research (Nihr) Wellcome trust clinical research facility e professore di neurologia presso il King’s college hospital di Londra - per i pazienti emicranici, i risultati dello studio rappresentano una vera e propria transizione dai trattamenti ad oggi in uso, tutti mutuati da altre indicazioni, a una terapia specifica per l’emicrania. Come solitamente avviene durante lo sviluppo clinico di tutti gli anticorpi monoclonali, lo studio Strive rappresenta un passo avanti estremamente importante per la comprensione dell’emicrania e del suo trattamento”. “I risultati dello studio Strive vanno ad aggiungersi alle altre evidenze emerse durante lo sviluppo clinico, che confermano i benefici costanti e significativi di erenumab nella prevenzione dell’emicrania cronica ed episodica, anche nei pazienti che hanno fallito precedenti trattamenti preventivi - ha affermato Vas Narasimhan, global head of drug development e chief medical officer di Novartis - le persone affette da emicrania (alle quali questa malattia neurologica debilitante sottrae letteralmente anni di vita) hanno urgente bisogno di trattamenti preventivi sicuri, ben tollerati ed efficaci. Novartis si sta impegnando perchè erenumab sia accessibile ai pazienti prima possibile”. (MATILDE SCUDERI)

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