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Facebook addio, arriva Snapchat: il social che cancella i foto e post compromettenti

Su Twitter e "Faccialibro" restano le prove di ciò che dici e fai. Ecco perché negli Usa sta spopolando l'applicazione per Apple e Android

Giulio Bucchi
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  di Daniela Mastromattei Quante volte  vi siete pentiti di aver inviato un messaggio? Minaccioso,  pieno di insulti o carico di parolacce che in confronto uno scaricatore di porto si esprime da perfetto  gentleman. Verba volant, scripta manent (le parole volano, gli scritti rimangono).  E quante volte avete inviato  una foto osé in un momento di euforia per poi ripensarci e affliggervi. Facebook e Twitter possono davvero mettervi  nei guai. Ma possono riuscirci benissimo anche i cellulari di ultimissima generazione  da cui si possono inviare video, foto, sms e mail. Ecco perché ha così tanto successo Snapchat, la novità social che  sta facendo parlare di sé negli Stati Uniti soprattutto negli ultimi mesi. Gli americani in quanto a mode e tendenze sono sempre un passo avanti: loro hanno dato il via ai  social network  e    loro ora ne prendono le distanze.  Il rivoluzionario programma, per smartphone targati Apple o Android, permette di scambiare foto e video, accompagnati da testo e disegni, che si autodistruggono in non più di dieci secondi. In pochi tocchi si fa tutto: si apre l'applicazione, si scatta o si riprende, si scrive un messaggio di accompagnamento,  si sceglie il destinatario,  o anche più di uno, tra i contatti in rubrica. E cosa importante,  si sceglie per quanto tempo  potrà essere  visualizzato il foto-messaggio: da uno a dieci secondi. Una volta arrivato e letto   scomparirà per sempre dallo schermo del destinatario, dalla memoria del suo telefono e  dai server di Snapchat, assicurano gli sviluppatori. Come se non fosse mai esistito. Pensate che se  si cancella  un  messaggio o una foto  su Facebook  resta  conservato fino a 90 giorni  sui server.  Con l'eccezione  che  se un profilo è sotto inchiesta, allora i dati cancellati sono conservati. «Ma sono circostanze in cui riceviamo specifica richiesta da parte della polizia, o le autorità, ed esaminiamo attentamente ogni caso», spiega   Richard Allan, global manager della data policy per Europa, Medio Oriente e Africa.   Snapchat potrebbe salvare la reputazione dei più sprovveduti. E  porre un freno al dilagante mare di stron...te che troppo spesso vengono inviate   senza pensarci troppo.  E che purtroppo restano nella memoria dei social, e non solo. E a differenza di altri servizi che prevedono filtri o altri ritocchi alle foto, qui lo scatto e l'invio sono quasi istantanei. Viva la verità.  Il successo è stato improvviso: a dicembre sono state più di 50 milioni le foto condivise attraverso Snapchat (a sinistra il logo). Appena due mesi prima, a ottobre, erano state meno della metà, 20 milioni. Una crescita inaspettata. «Snapchat si trova nell'ambita ma rischiosa posizione di cominciare il 2013 come l'applicazione  con il maggior lancio nella Silicon Valley», ha scritto il Financial Times. La società fondata a Los Angeles da Evan Spiegel e Bobby Murphy - due ventenni, ex studenti laureati nel 2011 a Stanford - è andata a disturbare giganti come Facebook, che proprio in autunno non se l'è vista troppo bene, ma  è passato subito alla controffensiva:   il social di Zuckerberg ha creato a dicembre l'app Poke con funzioni simili a quelli di Snapchat.  Ma nelle classifiche di download, mentre  quella di Zuckerberg cominciava la discesa, la neonata Snapchat si affermava  nella top 20.  E se  la rivista «Forbes» l'ha definita, «la più grande mobile app  senza ricavi dai tempi di Instagram», noi speriamo tanto che non svanisca... insieme alle foto e ai messaggi.  

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