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A Piacenza apre il Museo della Merda

di Matteo Legnani sabato 25 aprile 2015

2' di lettura

Il «Museo della merda» verrà inaugurato lunedì, ma per favore andate avanti a leggere senza mandarci a quel paese (o a cacare, tanto per restare in tema) pensando sia uno scherzo. No, no, tutto vero. Il «Museo della merda» («The shit Museum» nella versione inglese e più internazionale, pensata probabilmente per l’Expo) verrà presentato a Milano al «Museo della Scienza e della Tecnologia Leonardo da Vinci», e questa sì che è garanzia di serietà. Già, perché il progetto - al di là di battute e sorrisini, doppi sensi e facili ironie - è nobile e viene descritto da Gianantonio Locatelli (l’imprenditore e collezionista che gestisce l’Azienda Agricola Castelbosco, in provincia di Piacenza, e uno dei quattro curatori del Museo insieme con Massimo Valsecchi, Luca Cipelletti e Gaspare Luigi Marcone) come «scientifico, artistico e ambientale». Ma di cosa stiamo parlando? Di che si tratta? Curiosi, eh? Ecco spiegato. L’iniziativa parte proprio da là, da Castelbosco. E dall’azienda di Locatelli, circa 600 ettari coltivati e abitati da 2500 mucche, dove si pratica un’agricoltura tradizionale ma con «sistemi innovativi che producono energia pulita da fonti rinnovabili secondo un progetto di economia sostenibile che genera benessere, ordine, equilibrio». Tradotto, per Castelbosco agricoltura sostenibile significa una propria produzione di energia elettrica: dal letame del bestiame, con processi legati alla trasformazione del metano, si riescono ad ottenere 2 Megawatt di energia ogni ora, per 24 ore giornaliere, per 365 giorni all’anno. Non male. È per questo motivo che all’ingresso della struttura c’è un vecchio traliccio, simbolo dell’energia passata, sospeso nel nulla che riassume, in una frase, la formula magica di Castelbosco: “Perché buttarla se puoi riusarla”. Sì, avete capito proprio bene: la merda. «E un po’ il nostro verbo - ha spiegato Locatelli qualche tempo fa -, visti i tempi che corrono, alla base di tutto c’è questo messaggio. Sono partito con quell’idea di fare energia in modo virtuoso senza utilizzare tanto mais e valorizzando le deiezioni della stalla. L’arte è l’aspetto veicolante di tutto il pensiero e serve a dare evidenza, a rendere fruibile la nostra concezione anche da parte delle persone esterne». L’arte appunto. Quella che troverete nel museo allestito proprio lì a Castelbosco e che vi condurrà in un viaggio storico. «Ci sarà il fossile della prima cacca di dinosauro - spiegano dall’ufficio stampa - e vasetti curativi di escrementi preparati seguendo le composizione descritte da Plinio nella “Naturalis Historia”. Ma anche molto altro che non anticipiamo». Ma che sarà facilmente intuibile visto il titolo audace e sufficientemente esplicativo del Museo. Che in Francia commenterebbero, semplicemente, con un raffinato «merde». di Alessandro Dell'Orto

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