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Ragno violino, "il veleno non è letale": ecco cosa ti può uccidere

domenica 18 agosto 2024

2' di lettura

Il morso del ragno violino? No, ad essere letale in realtà sarebbe un batterio. La paura per questo insetto è tornata dopo che un ragazzo di 23 anni è morto a seguito di una puntura mentre faceva giardinaggio a Lecce. Ad aver avuto una esperienza simile, con un finale diverso, è stato Francesco Menichetti, primario e professore di infettivologia all’università di Pisa, oggi in pensione. "Il ragno violino mi ha morso all’avambraccio, nonostante la camicia a maniche lunghe - ha raccontato a Repubblica -. Lì per lì sembrava una banale puntura d’insetto, ma dopo qualche minuto il prurito è diventato più intenso. Attorno alla puntura si è formato un alone nerastro che indicava la necrosi: la morte dei tessuti cutanei attorno al morso. Allora ho deciso di telefonare a un collega medico".

L'episodio risale a quattro anni fa ed è accaduto a Seravezza, in provincia di Lucca. "Ho dovuto medicare la ferita per un mese, ma tutto si è concluso con una piccola cicatrice". Il collega medico gli aveva consigliato di mettere del cortisone e di disinfettare. "A volte c’è bisogno di un intervento di chirurgia plastica per rimuovere il tessuto cutaneo necrotizzato, ma nel mio caso non è stato necessario - ha spiegato -. Certo, la ferita mi prudeva molto e il fastidio è durato diverse settimane, ma ho continuato la mia vita normale, lavorando senza problemi".  

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Parlando della morte del 23enne di Lecce, invece, ha detto: "Non mi risulta che il morso (del ragno violino) sia letale. Né i colleghi che mi hanno visitato erano allarmati da questo punto di vista. Essere punti da un ragno violino non è un’esperienza piacevole, ma non la descriverei nemmeno come drammatica". Su quanto accaduto al ragazzo, la cui ferita si è infettata e ha portato a una sepsi, Menichetti ha avanzato una sua ipotesi: "Non vorrei sostituirmi ai colleghi che hanno visto il paziente, ma raccontata così sembrerebbe una fascite necrotizzante. Un’infezione rara, ma subdola e grave. Avviene ad esempio quando ci si ferisce con una piccola scheggia che penetra in profondità nella pelle". E ancora: "Se quella scheggia ospita un particolare batterio della famiglia degli streptococchi, battezzato appunto mangiacarne, può iniziare a creare una necrosi che si allarga in profondità. Se non curata, può portare a un’infezione grave, alla necessità di amputare l’arto o addirittura alla morte per sepsi".

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