Il rischio di essere spiati in casa c'è: lo spiega il professor Mauro Conti, esperto di Sicurezza Informatica e docente all’Università degli Studi di Padova. "Appena installiamo una telecamera nella nostra abitazione, soprattutto se si tratta di strumentazione a basso costo, senza adottare alcuni accorgimenti, diventiamo potenziali prede di spioni e malintenzionati esperti della rete - ha spiegato al Corriere della Sera -. Spesso, infatti, chi installa una telecamera per sorvegliare le diverse stanze della propria casa, lascia le credenziali di accesso 'user' e 'password' di default, oppure password facilmente violabili. I cybercriminali utilizzano programmi automatizzati che scandagliano internet alla ricerca di dispositivi con credenziali non modificate. Una volta ottenuto l’accesso, deviano le immagini su server esterni e rivendono le credenziali in chat internazionali, permettendo a sconosciuti di spiare momenti intimi di ignare vittime. In Italia ci sono decine di migliaia di telecamere di sicurezza accessibili via internet, molte delle quali trasmettono immagini anche in diretta".
Nei giorni scorsi Yarix, il centro di competenza per la cybersecurity del gruppo Var di Treviso, ha scovato migliaia di filmati rubati dalle telecamere di videosorveglianza, hackerate da pirati informatici e rivenduti online a pagamento. Un portale registrato alle Isole Tonga raccoglie e organizza oltre 2 mila video provenienti da abitazioni, palestre, centri estetici e ambulatori medici. Sono già 150 i filmati italiani identificati, tra cui tre provenienti da una sola abitazione di Verona. Per accedere al materiale basta collegarsi al portale o a un bot dedicato su Telegram e pagare una quota compresa tra 20 e 575 sterline.
"Ogni dispositivo connesso a internet è un potenziale bersaglio - ha spiegato il professore -. Faccio un esempio: i dati sull’utilizzo di uno spazzolino possono rivelare molte informazioni ‘vendibili': Uber, se avesse questi dati, potrebbe organizzare le tempistiche dei clienti che prenotano un taxi (in genere l’utente si lava i denti prima di uscire). L’aspirapolvere può dare informazioni utili sul perimetro della casa, in questo caso a un potenziale ladro...". Tuttavia, non è sempre semplice accorgersi di essere spiati: "Le cosiddette spie accese che ci potrebbero mettere in allerta possono ormai essere hackerate. Serve la lettura dei registri degli accessi. Il consiglio è di rivolgersi, in caso di dubbi, a un esperto o alla Polizia Postale", ha chiosato l'esperto.