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Protesi ad ancoraggio biologico per l'anca e il ginocchio è il must

Il punto del professor Fernando D'Imperio, responsabile dell'Unità di Traumatologia dell’Ospedale San Carlo di Nancy di Roma sugli interventi 'di ultima generazione' in questa specialità ortopedica. Un fiore all'occhiello della capitale
di Maria Rita Montebelli domenica 11 novembre 2018

Professor Fernando D'Imperio

2' di lettura

In Italia si stima che vengano effettuati circa 75-80 mila interventi di protesi d’anca ogni anno. “Circa l’1 per cento dei pazienti operati subisce una frattura dopo protesizzazione – spiega Fernando D'Imperio, responsabile dell'Unità di Traumatologia dell’Ospedale San Carlo di Nancy di Roma – in particolare gli anziani a causa della fragilità dell’osso. Questo dato è in aumento, visto da un lato l’aumento dell’età media e quindi degli anziani che subiscono frattura dell’anca e conseguente intervento di protesi, e dall’altro l’avvento di tecniche diagnostiche e terapeutiche sempre più d’avanguardia che permettono l’accesso alle metodiche chirurgiche a sempre più persone". Proprio le protesi ad ancoraggio biologico, dette anche non cementate, sono uno degli esempi di medicina d’avanguardia che l’Unità di Traumatologia ha portato avanti nel tempo. Oggigiorno diventate d’uso clinico abituale per il trattamento di pazienti giovani in gran parte d’Europa, si tratta di protesi che preservano il tessuto osseo del paziente, riducono le complicanze e permetto la ricrescita ossea intorno alla lega di titanio di cui sono fatte. Presso l’Unità di Traumatologia dell’Ospedale San Carlo di Nancy di Roma queste protesi sono oggi impiegate anche in molti dei pazienti anziani. "La nostra filosofia è stata da sempre quella di unire le aspettative e le esigenze del paziente alle più moderne opzioni diagnostiche e terapeutiche presenti nel panorama ortopedico. Per questo ogni trattamento che eseguiamo è unico, perché mettiamo al primo posto la valutazione del singolo paziente, della sua storia e del suo stile di vita, e a questo abbiniamo poi le più moderne competenze in ambito ortopedico traumatologico e protesico", spiega Fernando D'Imperio. L'Unità, vero fiore all’occhiello della specialità, si è anche storicamente sempre occupata di traumatologia sportiva: è presente infatti un ambulatorio dedicato alla diagnosi e cura dei pazienti di ogni età con traumi conseguenti alla pratica sportiva e infortuni da sovraccarico funzionale, "che fornisce un percorso terapeutico mirato – precisa l’esperto – supportato dai servizi diagnostici necessari a seconda del caso clinico". L'Unità, insomma "è un punto di riferimento e di eccellenza sul territorio, prima nella provincia di Roma e seconda nel Lazio per il numero di volume di ricoveri per protesi al ginocchio nel 2016", conclude D’Imperio. (EUGENIA SERMONTI)

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