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Il 'bingedrinking' del week endpuò portare all’alcoldipendenza

Sottovalutato il pericolo che corrono i giovani che consumano alcolici in grande quantità anche se solo nel fine settimana: lo dicono i risultati di uno studio condotto presso il Policlinico Universitario A. Gemelli
di Maria Rita Montebelli sabato 25 agosto 2018

3' di lettura

Le abbuffate alcoliche (il bingedrinking o il bere tanto tutto in una sera) tipiche di molti giovani (che magari si limitano a bere al sabato sera e non toccano un dito di alcol durante la settimana) potrebbero portare allo sviluppo di alcol-dipendenza. Lo dimostra uno studio effettuato presso la Fondazione Policlinico Universitario A. Gemelli IRCCS – Università Cattolica e pubblicato su Scientific Reports del gruppo editoriale di Nature, dal team del professor Giovanni Addolorato, direttore dell’Unità Operativa Semplice di Area (UOSA) Patologie Alcol correlate all’interno della UOC di Medicina Interna e Gastroenterologia, e del professor Antonio Gasbarrini, direttore Area  Gastro-enterologia ed Oncologia Medica. Il bingedrinking è una modalità di assunzione di alcolici che nell’ultimo decennio si è notevolmente diffusa nel nostro Paese anche fra gli adolescenti. È caratterizzata dall’assunzione di oltre 4-5 Unità Alcoliche (drinks) in unica occasione e in breve tempo, lontano dai pasti e per avvertire gli effetti psicotropi del cosiddetto ‘sballo’. Una unità alcolica, pari a circa 12,5 grammi di etanolo, corrisponde a circa 125 millilitri di vino a media gradazione – quindi un bicchiere - o 330 mL di birra – una lattina o una bottiglia - o 30 mL di super alcolici – un bicchierino da bar. Lo studio osservazionale coordinato dai professori Giovanni Addolorato e Antonio Gasbarrini ha dimostrato che tale comportamento, spesso ritenuto - sottostimandone la reale pericolosità - un ‘normale passaggio adolescenziale’ è un fattore di rischio per lo sviluppo di alcol-dipendenza. Finanziato dalla Fondazione Roma e dalla Fondazione Italiana per la Ricerca sulle Malattie Epatiche (FIRE), lo studio ha coinvolto 2704 giovani di età compresa tra i 13 e i 20 anni che frequentavano le scuole superiori della Capitale e di altre città del Lazio. I ragazzi hanno compilato questionari per valutare il loro consumo di bevande alcoliche, di fumo, l’uso di droghe e il quadro psicologico individuale. Circa l’80 per cento del campione ha dichiarato di consumare bevande alcoliche (nonostante nel nostro Paese la vendita di alcolici ai minori sia vietata e nonostante la posizione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità contraria al consumo di bevande alcoliche negli adolescenti). La maggior parte dei giovani coinvolti nell’indagine non era mai stata informata né dai familiari né dal personale sanitario circa i rischi connessi al consumo di bevande alcoliche in considerazione, soprattutto, della giovane età. Il 6,1 per cento dei soggetti intervistati presentava un disturbo da uso di alcol, in particolare il 4,9 per cento presentava una diagnosi di abuso di alcol mentre il rimanente 1,2 per cento presentava una diagnosi di dipendenza da alcol. “La quota dei ragazzi con diagnosi di alcol-dipendenza era esclusivamente presente nel gruppo di giovani habitué del bingedrinking – fa notare il professor Addolorato – mentre era assente in chi non era solito a questo comportamento; questo indica che il bingedrinking è un fattore di rischio molto forte per lo sviluppo di dipendenza da alcol nei ragazzi”. Il disturbo da uso di alcol, l’abuso di alcol e la dipendenza vera e propria sono risultati più frequenti nei giovani habitué del bingedrinking. “Tali dati – sostiene il professor Addolorato – in altre parole, dimostrano che le abbuffate alcoliche rappresentano un fattore di rischio per lo sviluppo di disturbo da uso di alcol e in particolare di dipendenza da alcol, e indicano che, verosimilmente, fra qualche anno dovremmo confrontarci con un aumento di incidenza di patologie alcol-correlate nella popolazione oggi giovanile che nel frattempo sarà diventata adulta”. Per prevenire tutto ciò, è auspicabile che vengano incrementati programmi informativi adeguati a divulgare agli adolescenti i rischi connessi al consumo di bevande alcoliche e al bingedrinking. (EUGENIA SERMONTI)  

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