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Incontinenza, il primo campanello d'allarme dalla vescica

di Paola Natali giovedì 11 dicembre 2025

3' di lettura

L’incontinenza urinaria negli uomini è un problema più diffuso di quanto comunemente si pensi, ma resta spesso nascosto dietro imbarazzo e resistenze culturali. Con l’avanzare dell’età e, in particolare, dopo interventi alla prostata, questo disturbo può compromettere qualità di vita, autonomia e benessere psicologico. Comprendere in modo chiaro le dinamiche che lo determinano è il primo passo verso una gestione efficace. Per questo abbiamo chiesto al professor Antonio Galfano, direttore dell’Urologia dell’Ospedale Niguarda, di illustrarci i meccanismi, i fattori predisponenti e le opzioni terapeutiche oggi disponibili. L’incontinenza urinaria è un disturbo che colpisce principalmente le donne, ma riguarda anche molti uomini, soprattutto dopo i 65 anni. È caratterizzata dalla perdita involontaria di urina e rappresenta ancora un argomento tabù, capace di creare grandi disagi sociali e, nei casi più eclatanti, anche gravi ripercussioni psicologiche.

Circa il 15% della popolazione maschile over 65 soffre di incontinenza urinaria. “La percentuale aumenta significativamente oltre i 70 anni – spiega Galfano – soprattutto negli uomini che si sono sottoposti a prostatectomia radicale a causa di un tumore alla prostata. In questi casi, il tasso di incontinenza post-intervento può raggiungere il 20%, o addirittura il 40% se l’operazione viene eseguita con tecniche meno conservative”. Anche per questo i centri migliori si orientano sempre più verso l'utilizzo della chirurgia robotica, che è in grado di mettere in atto interventi sempre più precisi, con un migliore recupero post operatorio, e con minori effetti avversi dovuti all'intervento. A Niguarda, dal 2010 a oggi sono stati effettuati più di 4500 interventi in chirurgia robotica con una tecnica originale che ha ridotto il tasso di incontinenza al 5%.

L’incontinenza urinaria può manifestarsi in vari modi: dalla perdita di poche gocce allo svuotamento incontrollato della vescica. Può presentarsi dopo uno sforzo come un colpo di tosse, una risata, una corsa; dopo l’attività sportiva o sessuale; in seguito a uno stimolo impellente che non consente di raggiungere il bagno in tempo; o ancora con gocciolamenti dopo la minzione.

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“L’intervento alla prostata rappresenta la principale causa di incontinenza urinaria negli uomini perché, con la rimozione dello sfintere interno situato vicino alla prostata, si riduce la capacità di continenza dello sfintere esterno. L’intervento, inoltre, indebolisce nervi e muscoli sfinterici, modifica l’anatomia dell’apparato urinario e mette sotto sforzo il pavimento pelvico. Ulteriori cause di incontinenza urinaria negli uomini possono essere l’invecchiamento, che comporta una naturale perdita di tono muscolare; infezioni del tratto urinario; malattie neurologiche come Parkinson, ictus e sclerosi multipla; periodi prolungati di cateterismo; la ritenzione urinaria sub-completa, in cui la vescica non si svuota completamente a causa di un ostacolo persistente al flusso; la vescica iperattiva, caratterizzata da uno stimolo intenso e difficilmente rimandabile; e alcune attività sportive come ciclismo ed equitazione, che sottopongono il bacino a forti sollecitazioni”.

Correggere le cattive abitudini può fare la differenza anche nella prevenzione dell’incontinenza. “Mantenere un peso corporeo adeguato riduce la pressione sull’addome e sul pavimento pelvico. È quindi importante seguire un’alimentazione equilibrata e praticare attività fisica regolare, evitando però sforzi eccessivi. Una dieta ricca di fibre e un’assunzione quotidiana di almeno due litri d’acqua aiutano a prevenire la stitichezza, un fattore che può favorire le infezioni urinarie e, di conseguenza, l’incontinenza. Smettere di fumare e ricordarsi di effettuare controlli e screening per la prevenzione dei tumori della prostata è altrettanto fondamentale per preservare il benessere dell’apparato urinario”.

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In conclusione, affrontare l’incontinenza urinaria maschile significa agire su più fronti: migliorare lo stile di vita, individuare tempestivamente le condizioni patologiche associate e, quando necessario, ricorrere alle più moderne tecniche chirurgiche, che offrono risultati sempre più precisi e conservativi. L’evoluzione della chirurgia robotica, accanto a una corretta prevenzione e a un adeguato monitoraggio urologico, permette oggi a molti uomini di recuperare pieno controllo urinario e qualità di vita. Parlare apertamente di questo disturbo, e non considerarlo un tabù, rappresenta il passo più importante verso diagnosi precoce e trattamento efficace.

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