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Vittorio Sgarbi: "Renzi come Craxi e Mussolini. Loro li hanno uccisi, lui... Ruby? Io beccavo l'ergastolo. Boccassini deve pagare"

di Leonardo Filomeno giovedì 31 luglio 2014

Vittorio Sgarbi

3' di lettura

E' quasi l'una di notte. Vittorio Sgarbi ha appena presentato a Ceglie Messapica il suo nuovo libro Il punto di vista del cavallo. Caravaggio. Qualche ora prima la sua Lancia Thesis è andata distrutta. Tutta colpa di un cortocircuito che, a pochi chilometri dalla bellissima cittadina pugliese, ha mandato in fiamme l'auto. Tanta paura ma tutti illesi, per fortuna. Solo un ritardo di due ore. Corsi e ricorsi, visto che sempre qui, 15 anni fa, Sgarbi fu protagonista di un imprevisto, quindi di un altro ritardo. E, come sappiamo, il professore non è nuovo nemmeno agli incidenti stradali. Dovrebbe essere sfinito, in ogni caso, il Vittorio nazionale. E invece no. Le fasi della nuova disavventura le racconta con un'ironia che annulla il peso dell'attesa: "L'incendio è poi diventato una festa di pompieri. Vitale, un ispettore originario di Ceglie Messapica, mi ha confessato: Sgarbi, io questa notte l'ho sognata. Era rimasto senza macchina e venivo ad aiutarla. Cavolo, sei proprio un profeta...". L'energia è quella di sempre, la precisione chirurgica nel racconto di "un libro che si è scritto da solo" pure. E quel suo carattere un po' fumantino esplode non appena ci avviciniamo a lui per parlare di politica, di Renzi, di riforme nel pantano. Sgarbi, ça va sans dire, ne ha per tutti. Finanche per il povero Dudù.

Esiste davvero il rischio di una dittatura renziana? "Lui ha sicuramente dato l'esempio di uno che vuole fare - replica secco Sgarbi -. Resta indifferente, però, alla sostanza. Per esempio: cosa gli sarebbe costato mettere le preferenze per la legge elettorale e fare il senato elettivo? Non si capisce. Ciò che non convince di Renzi è quella la volontà di fare le cose... pur di farle!". E' una bocciatura sonora, la sua. "Queste riforme non mi piacciono per niente". Le riforme come autogol per Matteo? "Fatte così, sono sbagliate. Se uno deve fare le riforme e le fa male, è meglio che stia fermo". Allora si torna presto al voto... "Questo lo dice lei". Ieri si ipotizzava un eventuale rimpasto con Forza Italia nel governo. "Lo trovo improbabile. Oltre che inutile. Renzi ha dato vita ad un governo perfetto. Dopo Mussolini, sono stati tre gli statisti che sono riusciti a superare la palude democristiana, che era quella della ricostruzione: Craxi, Berlusconi, Renzi. Craxi è stato ucciso dai partiti. Berlusconi è stato ucciso dai suoi stessi alleati come Fini o Bossi. Mentre Renzi per governare ha messo in campo dei camerieri, delle badanti, delle figurine di nessun peso".

"I ministri - continua Sgarbi - hanno paura della sua ombra, non fiatano senza il suo permesso. L'unico con una storia politica è Franceschini. Tolta la componente ricattatoria di Alfano, utile per avere la maggioranza, forse potrebbe tornare alle urne, se vuole". Chi è il peggior ministro? "Non ci sono peggiori e migliori. Come detto, sono solo dei cagnolini che obbediscono. Non sono niente". Forza Italia è davvero finita? "Beh, già ha fatto fatica a nascere. Adesso, poi, è nella mani della Pascale, di Dudù...". E Berlusconi? "Berlusconi è diventato in qualche modo ostaggio di Renzi. L'ex sindaco di Firenze lo ha assolto, ha negoziato con lui, gli ha tolto di dosso l'etichetta di uomo nero. E' stato furbissimo".

L'assoluzione in secondo grado nel processo Ruby non è stata una sorpresa. "Se uno viene condannato perché scopa, finisce che a me danno l'ergastolo". Il Ruby-ter potrebbe riservare qualche sorpresa amara a Silvio? "A lui no. Ma a qualcun altro, forse, sì". Ecco. "Un vero Csm, una persona capace, presenterà alla Boccassini il conto di aver inventato un reato che per me non esiste. La concussione non può essere una telefonata. Quella si chiama raccomandazione, favore. Se tu scambi un reato per un altro, dovrai pur pagare, o no? A me, a noi, quel processo, è costato un milione è passa di euro... di stronzate! Credo che la Boccassini abbia giocato una partita sbagliata". Su Germano Celant e il pasticcio dell'Expo un'ultima battuta. "Farò una denuncia alla procura perché uno non può prendere tutti quei soldi attraverso una commessa diretta per gestire una mostra. Non è mai esistita al mondo una cosa del genere. C'è una specie di abuso di ufficio da parte di un critico arte che a mio avviso ignora la materia a lui affidata". 

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