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Grandi opere a rischio infiltrazioni delle mafie

domenica 6 luglio 2014

2' di lettura

(AdnKronos) - "L'inchiesta di oggi è solo l'ennesima conferma che i cantieri, in particolare quelli delle grandi opere, sono a forte rischio di infiltrazione delle mafie". Così il presidente di Legambiente Vittorio Cogliati Dezza, commenta la notizia degli arresti avvenuti oggi in Piemonte nell'ambito di una inchiesta relativa agli appalti per il Tav Torino-Lione in Valle di Susa, per associazione mafiosa, estorsione, usura e traffico illecito di rifiuti. "Le stesse procedure, poco trasparenti e facilmente aggirabili, di gestione degli appalti e, soprattutto dei sub appalti, facilita il loro inserimento - aggiunge Cogliati Dezza - grazie principalmente a un sistema di corruzione diventato troppo pervasivo. In questo caso, poi, ci troviamo di fronte a una situazione di grave illegalità per la realizzazione di un'opera non indispensabile che non rappresenta una priorità per il Paese né rispetto agli investimenti nel sistema trasportistico nazionale per le merci, che ormai vanno più da sud a nord che da ovest a est, né perché non vi è nessun segnale che si voglia cambiare l'impianto del sistema, spostando le merci dalla gomma al ferro". Per Cogliati Dezza, controllare i cantieri "significa poter controllare anche la gestione illecita di enormi quantitativi di rifiuti, moltiplicando i guadagni e i disastri. E ciò avviene puntualmente su tutto il territorio nazionale, senza alcuna eccezione. Basta leggere le pagine del nostro ultimo rapporto ecomafia, dove abbiamo registrato anche l'ingresso in questi due settori di altri 19 clan. Liberare l'Italia dalle mafie e dalla corruzione è la vera precondizione per poter parlare di futuro sostenibile nel nostro Paese". Da Legambiente arriva quindi un appello al nuovo presidente Sergio Chiamparino e alla sua Giunta, "affinché sia sempre più alta l'attenzione sul rischio infiltrazioni mafiose e illeciti legati alle infrastrutture, in particolar modo alle grandi opere attorno a cui circolano grosse quantità di denaro", dichiara Fabio Dovana, presidente Legambiente Piemonte e Valle d'Aosta. "Anche alla luce dei fatti odierni occorre inoltre far luce sugli attentati ad alcune ditte impegnate nella realizzazione dell'alta velocità Torino Lione avvenuti nei mesi scorsi. Atti gravi - conclude Dovana - mai rivendicati da nessun soggetto e in alcuni casi utilizzati strumentalmente da qualcuno per screditare il movimento No Tav; ci auguriamo che quest'inchiesta sia l'occasione per porre luce sulle tante ombre che aleggiano in Val Susa".

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