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Insidie per gli orti in città, pomodori e fagiolini contaminati dal traffico

domenica 20 gennaio 2013

3' di lettura

Roma, 14 gen. - (Adnkronos) - Da Roma a Washington, da Berlino a Parigi e a Londra, la coltivazione di orti in città, una vera e propria moda per chi vuole mangiar sano e risparmiare qualcosa, non è avulsa da insidie e pericoli. Arriva infatti una ricerca scientifica che mette in guardia sul cibo coltivato in città, per la presenza di metalli pesanti in maggiori concentrazioni rispetto a quelli provenienti dalle campagne e che arrivano sugli scaffali dei supermercati. Lo studio è di un gruppo di ricercatori del Dipartimento di ecologia dell'Università tecnica di Berlino in collaborazione con l'Orto botanico dell'Università nazionale di Khmelnitsky in Ucraina. E a darne notizia sono i dottori agronomi sulla propria rivista on line 'Intersezioni' (n. 24 del 19 dicembre 2012), in un articolo a firma di Francesca Pisani. La ricerca parte da un presupposto: "l'orticoltura urbana fornisce sempre prodotti salubri?" argomenta Pisani, dottore agronomo e socio Aiapp, spiegando che lo studio prende in esame il contenuto di metalli pesanti in differenti specie e varietà di ortaggi coltivati a Berlino, in prossimità di zone ad elevato traffico: pomodori e fagiolini, ortaggi da radice e fusto (carote, patate e cavoli rapa), ortaggi da foglia (cavolo bianco, crescione, bietola), aromatiche (basilico, menta, prezzemolo e timo). L'analisi ha evidenziato la concentrazione in tracce di metalli - cadmio, cromo, piombo, zinco, nickel e rame -presenti nella biomassa, espressa in mg/kg peso di sostanza secca, e analizzate le modalità con cui i fattori locali hanno influito sul contenuto di questi elementi. Particolare attenzione è stata rivolta nel valutare la distanza dalla strada alla quale sono associabili i maggiori livelli di contaminazione. I ricercatori hanno svolto anche un confronto tra la salubrità degli ortaggi autoprodotti per il consumo domestico nel centro città e quelli commercializzati nei supermercati. In generale, il contenuto in metalli è apparso più alto nei prodotti coltivati in città, in particolare in aree prossime al traffico di veicoli a motore, rispetto a quelli venduti nei supermercati. Per esempio, nei pomodori, che da questo confronto sono apparsi essere tra le colture più contaminate, le concentrazioni in cadmio e in nickel sono risultate rispettivamente undici volte e quasi cinque volte superiori a quelle riscontrate nei prodotti commercializzati nei supermercati. Dai risultati, la bietola coltivata in centro città contiene sei volte più zinco di quella acquistata nei negozi. Numerose orticole contengono una concentrazione per lo meno doppia in uno o più metalli rispetto agli stessi prodotti venduti nei supermercati. Di particolare interesse sono i dati associati all'effetto negativo del traffico. Il più alto carico di traffico da veicoli complessivo ha incrementato il contenuto in metalli nella biomassa. Tutti gli ortaggi hanno mostrato concentrazioni più elevate di piombo se coltivati in siti prossimi a strade con traffico elevato e, nei due terzi dei campioni situati a una distanza inferiore a 10 m da strade ad alto traffico, sono stati superati gli standard di concentrazione, stabiliti dall'Unione europea.Una nota positiva è data dalla presenza di edifici e di ampie masse di vegetali situati tra la coltivazione e le strade che, fungendo da barriere e da filtro, riducono il contenuto in metalli.

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