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Ai negoziati di Doha frattura sui risarcimenti economici ai Paesi poveri

L'insidia sta nelle pieghe del trattato di Cancun (Messico) del 2010 dove si scrive che si devono ''ridurre le perdite ed i danni associati al cambiamento climatico''
domenica 9 dicembre 2012

1' di lettura

Doha, 4 dic. (Adnkronos) - Le grane bussano alla porta dei negoziati di Doha entrati nella seconda settimana di colloqui. Il problema, potenzialmente esplosivo, è quello del risarcimento che i Paesi sviluppati dovrebbero dare agli altri paesi a titolo di "risarcimento" per i disastri -passati, presenti e soprattutto futuri- che stanno accompagnando il cambiamento climatico. L'insidia sta nelle pieghe del trattato di Cancun (Messico) del 2010 dove si scrive che si devono "ridurre le perdite ed i danni associati al cambiamento climatico". Una clausola che secondo l'interpretazione dei Paesi poveri chiama i Paesi ricchi ad assumersi pesanti responsabilità. In passato il dibattito era infatti su come i Paesi meno avanzati avrebbero dovuto adattare le loro economie ai cambiamenti del clima e come, con l'aiuto dei Paesi più ricchi, ridurre le loro emissioni di Co2. Ora questa diversa lettura apre la porta a conseguenze che potrebbero pesare enormemente sui paesi ricchi che vedrebbero i loro sistemi economici esposti alla richiesta di illimitati ed insostenibili risarcimenti. Netta chiusura a questa interpretazione è stata subito opposta da Stati Uniti ed Europa, che si trovano a dover fronteggiare uno schieramento di 100 paesi in via di sviluppo, guidati dall'Alleanza dei piccoli stati insulari che, rischiando di sparire dalla faccia della terra sommersi dall'innalzamento degli oceani, sono quelli che pagano il prezzo maggiore del disastro ambientale.

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