Faccia tutto lei che io ho da fare

Da "Sottovoce" a "Senzavoce": la 'protesta' di Marzullo

Sebastiano Solano

Dopo vent'anni, migliaia di puntate da domenica a venerdì, "Sottovoce" chiude i battenti. Soppresso. Un colpo al cuore, immaginiamo, per Gigi Marzullo, ideatore e conduttore di uno dei programmi cult della Rai. Una fine, però, non certo inasettata. Le regole che la Rai si è data sono chiare: chi ricopre ruoli apicali (direttori e vice direttori) non può condurre programmi televisivi. E Marzullo, ora, è vice direttore della struttura notte Rai, per cui la sua esperienza in video per ora finisce qui. Così Marzullo, forse per protesta o forse per dare un tocco d'originalità ad un programma che sin dall'inizio si ripete identico a se stesso, ha deciso che nelle puntate che rimangono fino alla chiusura del programma in video non ci andrà più. "Sottovoce", in pratica, andrà in onda fino alla fine, ma senza di lui. Il telespettatore, da casa, vedrà l'ospite di turno rispondere a delle domande che non sente, che nessuno (apparentemente) gli avrà posto. A modo suo, un evoluzione. Dal "si faccia una domanda e si dia una risposta" al "Faccia tutto lei che io ho altro da fare". Genio.