La scena muta di Adriano Celentano come forma di rappresaglia per la valanga di critiche ad Adrian? Con il Molleggiato vale tutto, perché è talmente imprevedibile da poter confessare in diretta (anche se fuori scena) il suo tiro mancino a Mediaset, nello sconcerto generale: "Ho peccato, padre - spiega a Nino Frassica versione frate -, ho lasciato illudere Canale 5 che avrei partecipato allo spettacolo, ma non potevo perché dovevo seguire la mia anima, Adrian...". Un modo carino per dire che in fondo il padrone del pallone è lui, e se vuole può portarlo via quando gli pare. Come quando dopo le 22 fa la sua comparsa sul palco del teatro Camploy di Verona: qualche minuto (più dei 3 contati di lunedì sera) completamente muto, alle spalle di Giovanni Storti e Natalino Balasso. Leggi anche: Clamoroso imprevisto a Mediaset, perché "Adrian" è finito con un'ora di anticipo Imbarazzo, incredulità, nuove critiche. Ma a Mediaset è servito uno spettacolo di questo tipo? Il dubbio è legittimo e lo solleva anche il Giornale, quotidiano per forza di cose molto vicino a Cologno Monzese. La prima serata, in termini di ascolti e share, ha partorito "u risultato enormemente inferiore rispetto a quelli ottenuti dai grandi show tv, ma questo era scontato vista la diversità del progetto, ma di tutto rispetto per la rete Mediaset e anche per l'operazione in sé, assolutamente rischiosa" (e la seconda serata è andata pure peggio). Fuori budget, fuori linea. "Un'operazione in cui Mediaset si è fatta pericolosamente coinvolgere puntando sul richiamo del Molleggiato (e ieri ne ha visto le conseguenze)", è l'analisi spietata del quotidiano della famiglia Berlusconi. Anche perché Adrian "è un cartoon faticoso, a tratti lento, per molti versi irritante, per cui difficilmente potrà fidelizzare il pubblico. Proprio per questo il Clan, la casa di produzione dei Celentano si è inventata lo show live, che ha riportato il cantante a parlare ieri sera e che accompagnerà tutti i prossimi lunedì di messa in onda". Assicurando ascolti, sì, ma anche tante proteste.