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Edoardo Leo, moderno cantastorie fra risate e poesia: sulla Giostra della vita

di Enrico Paoli giovedì 24 novembre 2022

2' di lettura

Bruce Springsteen e Gabriel Garcia Marquez. Alessandro Baricco e Luca Goldoni. Ma anche un fax, prezioso reperto storico di famiglia, inviato da un incidentato al padre assicuratore. E poi aneddoti e barzellette, frammenti e tasselli d quadri di vita. Insomma, dentro lo spettacolo di Edoardo Leo, uno dei volti più gettonati del cinema italiano, capace di passare dalla commedia agrodolce al film in presa diretta con la realtà, c’è la vita raccontata e vissuta. Quindi ci siamo un po’ tutti noi.  

Perché “Ti racconto una storia”, lo spettacolo teatrale con il quale l’attore romano sta girando l’Italia (doppia data a Milano, 23 e 24 novembre, il primo dicembre a Genova e il 31 a Roma all’Auditorium per un capodanno speciale) viene rubricato come un reading-spettacolo (prodotto dalla Stefano Francioni Produzioni, con musiche di Jonis Bascir), che raccoglie appunti, suggestioni, letture e pensieri che l’attore e regista Edoardo Leo ha raccolto dall’inizio della sua carriera ad oggi. In realtà è una sorta di romanzo d’appendice, costruito con i vent’anni di appunti, ritagli, ricordi e risate, trasformati da Leo in uno spettacolo coinvolgente, in grado di cambiare forma e contenuto ogni volta, in base allo spazio e all’occasione. E al pubblico in sala. La commedia dell’arte, sia chiaro, è un mestiere difficile. Reggere il palco per due ore, da soli, o una spalla musicale, richiede talento e voglia. E non può essere solo una prova d’attore. Altrimenti il prodotto resta algido, privo di passione. Lo spettacolo di Leo supera tutte queste quinte. Là, sul palco, l’uomo della celluloide è molto di più.

E’ uno che sa prendere per mano lo spettatore per accompagnarlo in una sorta di serata accanto al caminetto, come avveniva una volta, dove al posto del fuoco c’è l’anima dell’attore e la televisione è sostituita dalle storie, uscite dal paese dei balocchi delle emozioni. La valigia dell’attore, direbbero quelli bravi. Ma non è solo una questione di bagaglio. E’ l’armamentario contenuto a creare la storia delle storie, dove si ride e si riflette, a partire da quanto sia difficile stare dentro le regole, il lecito, il consentito. Se Leo, con questo spettacolo apparentemente povero, ma ricchi di sapori umani, voleva togliersi la maschera per indossare un volto, è perfettamente riuscito nell’impresa. E, se vi capita, andate a vederlo, avrete tante belle storie da raccontare…

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