Pensare che il suo primo concerto nell’anno di grazia 1979, a Bologna, venne organizzato quasi per scherzo. Uno sliding-door tipico del personaggio che sarebbe diventato. Vasco Rossi, quando lo racconta, ci ride sopra ora che dal palco vede un mare di gente e riempie gli stadi quasi fosse un divo del calcio. Il Komandante ricorda così quel momento di 44 anni fa: «Mi disse Bibi Ballandi: “Ti ho organizzato un concerto in Piazza Maggiore, a Bologna, con il gruppo che suona con Lucio Dalla...”. Ok, dissi. Peccato che due giorni prima arrivò la notizia che il gruppo non c’era. A quel punto mettemmo insieme una band al volo, nella cantina di Bibi. Roba da incoscienti, ma andò bene». Tutto iniziò così, con il primo, suggestivo concerto davanti un pubblico di poche decina di persone in quella che non è la sua città di nascita («Sono di Zocca ma Bologna è mia», dice con orgoglio) e che il prossimo 6 giugno ospiterà l’apertura ufficiale del Vasco Live 2023 negli stadi dopo la data-zero di domani, a Rimini.
CAPOLAVORO A MODENA Nel 2017 Vasco ha realizzato quello che è considerato il suo capolavoro in termini statistici: a Modena Park ha radunato 225.179 spettatori, battendo ogni record di presenti in uno show musicale italiano. Fare i conti in tasca a questo incredibile artista è complicato e anche capzioso, quasi impossibile se si considerano i diritti d’autore della SIAE (Vasco ha composto 190 canzoni), i dischi venduti in carriera (45 milioni), i guadagni dal marketing e quelli legati alle altre attività. Ma se aggiungiamo un altro indizio per capire ancora meglio chi è Vasco e come ipnotizzai suoi adepti quando annuncia un tour, ecco un dettaglio incredibile: per le prime due date allo stadio di Bologna, i biglietti sono stati bruciati in quattro ore. Ormai non ci stupiamo più ciò che accade attorno a un concerto del Komandante. Per questo è unico e le sue non sono mai bollicine.