"Se c’era da sperimentare con l’erotismo, se era quello che desiderava, mi affidavo. Se erano le droghe, o qualsiasi possibilità di alterazione, mi allineavo. Se ami qualcuno, non lo lasci mai solo": Ornella Vanoni, intervistata dal Corriere della Sera, lo ha detto a proposito di Giorgio Strehler. Poi ha aggiunto: "L’altra persona la perlustri, da cima a fondo. Soprattutto in un periodo storico come quello, dove ogni tabù era nel mirino. E gli scheletri, invece di starsene buoni nell’armadio, se ne andavano a spasso per la stanza".
Su Gino Paoli, invece, ha detto: "Se l’amore si misura a sofferenza, a patimento, a mancanza, a sensazione di urgenza permanente, beh, il grande amore della mia vita è stato Gino. Ci siamo uniti perché tutti e due eravamo considerati strambi, diversi. Lui si diceva fosse omosessuale. Certo non passava inosservato, così secco, beccamorto. Sembrava uno sfigato, e invece aveva dentro canzoni meravigliose. Io ero considerata presuntuosa, altezzosa, anche lesbica. Due marginali, insomma, due fuori norma. Ci siamo divisi davanti alla scelta di fare un figlio. Per lui era una realizzazione, io avevo già un figlio da crescere. E mi sono ritratta".
Una delle sue passioni sono le Maldive, dove però non riesce più a tornare: "È un viaggio troppo lungo, ma ho una voglia... Lasciatemi sola due mesi alle Maldive e io non soffrirò di sicuro. L’acqua è il mio elemento, ho sempre nuotato tanto. La sera gli amici erano tutti al bar a brindare, a parlare: io invece andavo nuda a fare il bagno di notte, che meraviglia. Su una spiaggia si aggirano i ragazzini, le ragazzine che siamo stati. Le emozioni che abbiamo provato ci aspetteranno per sempre lì".