Si ingrossa la vicenda che vede coinvolto Raoul Bova. È stata infatti ascoltata dagli investigatori Martina Ceretti, la modella di 23 anni con cui l'attore si sarebbe scambiato messaggi. Ceretti, a cui è stato sequestrato il telefono, avrebbe spiegato di aver condiviso in buona fede con il suo amico Federico Monzino - il 29enne pr milanese - alcuni audio e chat delle conversazioni avute con l'attore, ma senza alcun secondo fine. Gli investigatori della capitale ipotizzano che Monzino potrebbe aver inviato i presunti messaggi ricattatori a Bova.
Poco prima era stato lo stesso Monzino a chiarire le loro posizioni. "Ho inviato tutto io a Corona, Martina mi aveva mandato il materiale pochi secondi prima sul mio telefono e poi mi aveva dato il consenso di inoltrargliele". In un'intervista a Repubblica.it, il 29enne ammette di aver inviato personalmente all'ex fotografo dei vip chat e audio scambiati tra la modella e influencer e Bova.
Proprio su questo sta indagando la procura di Roma, con l'ipotesi di tentata estorsione ai danni dell'attore. "In un primo momento - spiega Monzino nell'intervista - l'idea era quella di far diventare famosa Martina, cosa che lei desiderava. Io ho fatto solo da tramite. Il materiale non è stato quindi rubato o trafugato, ma condiviso volontariamente: Martina era con me, a casa mia, ed era consapevole di quanto facevamo insieme, il passaggio è avvenuto col suo consenso diretto, senza alcuna modifica o manipolazione".
Quanto all'ipotesi di ricatto ai danni di Bova, "io non ho mai avuto intenzione di ricattare nessuno, e mai l'ho fatto, infatti non sono indagato ma semplicemente informato sui fatti come Martina e Corona". In questura, tra le varie domande, gli è stato chiesto se fosse stato lui a ricattare l'attore: "No. Mi è stato chiesto se avessi idea di chi avrebbe potuto farlo, ma onestamente non ce l'ho. Non so chi ha mandato quel messaggio anonimo a Bova, giuro. Il resto delle domande sono state generiche, sulla situazione".