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Giulio Base nella mente del traditore

di Leonardo Iannacci mercoledì 13 agosto 2025

2' di lettura

Ma chi è Giuda? Soltanto il traditore per eccellenza nella storia dell’umanità? L’uomo che ha venduto il figlio di Dio? La persona più abbietta sin dai primi anni della nostra esistenza, quando a catechismo si leggevano insieme i Vangeli e costui era visto come la personificazione del Male, il lato nascosto dell’uomo che diventa piccolo e malvagio e, per 30 denari, lascia che Gesù salga sul Golgota e venga crocifisso? Al di là di quello che la nostra cultura ci ha insegnato e tramandato, in pochi prima d’ora avevano affrontato questo personaggio, soprattutto al cinema dove la figura dell’Iscariota è stata sempre stata messa in un angolo, vessata e punita ma poco analizzata. E anche nella letteratura dove non è mai stata centrale in una seria rilettura dell’uomo che è stato. Una personalità che definire complessa è riduttivo, quella di Giuda, ma che Giulio Base ha deciso di raccontarla ne Il vangelo di Giuda, presentato al Festival di Locarno in corso di svolgimento in questi giorni. Giuda è visto come un debole, forse un infido ma anche come un ribelle che ha messo in atto una caotica rivoluzione intorno a se stesso, vendendo prima Gesù e, poi, togliendosi la vita. L’operazione cinematografica è ambiziosa e il cast del film notevole, comprendendo Giancarlo Giannini quale voce narrante del protagonista nella versione italiana, mentre in quella francese è Lambert Wilson.

Tra gli altri interpreti troviamo un redivivo Rupert Everett nella parte di Caifa, e poi Paz Vega (Maria), Abel Ferrara (Erode), Vincenzo Galluzzo (nel ruolo di Gesù), Darko Peric (Pietro) e John Savage nelle vesti di Giuseppe. Ha spiegato Base, che del film è regista e anche sceneggiatore: «Avevo già raccontato alcune storie evangeliche in fiction, ad esempio in San Pietro, ma non ero rimasto completamente soddisfatto. Stavolta più scrivevo e più pensavo al voler fare un viaggio nella mente di Giuda, sentivo veramente il flusso della sua coscienza».

Il film farà sicuramente parlare di sè come l’ultimo lavoro di Base, Albatross, con Francesco Centorame nei panni del reporter e militante di destra del Fronte della Gioventù. Il vangelo di Giuda ha debuttato fuori concorso e in prima mondiale a Locarno e sarà distribuito prossimamente in sala da Eagle Pictures. Prodotto da Tiziana Rocca con Gianluca Corti e Santo Versace, Minerva Pictures, Agnus Dei e Rai Cinems, è una storia che «non è solo su Giuda ma su ciò che rappresenta, su una figura che ci mette in discussione a distanza di secoli, uno specchio che non smette di farci riflettere. Dal punto di vista del linguaggio cinematografico ho scelto una forma radicale: Giuda non appare mai, aleggia», racconta Giulio Base. «In questo film che rinuncia quasi del tutto ai dialoghi, lui si interroga, accusa, sbaglia e implora, in un viaggio interiore che spero perturbante. In chiave teologica, invece, mi auguro che questo lavoro si collochi su una soglia che mi è cara, quella dell’attenzione agli ultimi, agli esclusi, agli sbagliati, quindi al senso più rivoluzionario del messaggio evangelico».

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