Raoul Bova avrebbe depositato l'espressione "occhi spaccanti" presso l'Ufficio Italiano Brevetti e Marchi del Ministero delle Imprese e del Made in Italy. La registrazione si riferisce alle frasi pronunciate in un messaggio vocale privato diffuso da Fabrizio Corona e poi diventato virale online e sui social. Le sue parole, quindi, potrebbero presto diventare un marchio registrato. Dietro la mossa, se confermata, l'intenzione dell'attore romano di mettere un freno alla circolazione degli audio finiti al centro dello scandalo che per settimane ha alimentato il gossip.
L'espressione, infatti, è ormai diventata un tormentone su TikTok e Instagram. "È semplicemente un modo, come tanti, per far cessare la diffusione dei video", ha dichiarato all'Adnkronos l'avvocata Michela Carlo, dello studio Bernardini De Pace, spiegando così le ragioni alla base della scelta di Bova, la cui domanda sarebbe ancora in fase di esame. Subito dopo l'esplosione dello scandalo, inoltre, secondo indiscrezioni di stampa, l'attore avrebbe valutato di intraprendere un'azione legale contro Ryanair e il Napoli Calcio, che sui social avevano utilizzato in chiave ironica i suoi audio. Nei giorni scorsi, intanto, il Garante per la protezione dei dati personali ha aperto un'istruttoria "al fine di accertare eventuali violazioni della normativa privacy e delle regole deontologiche dei giornalisti".