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Police, gli "altri" vogliono soldi da Sting

di Leonardo Iannacci mercoledì 27 agosto 2025

3' di lettura

I Police non esistono più da anni ma trovano ancora il tempo per litigare pesantemente e confermare un vecchio adagio del pop-rock: una band ottiene un clamoroso successo, incide dischi di grido, fa tour milionari e poi si separa seminando odio. Hanno fatto così i Beatles, i Van Halen, i Beach Boys e i Pink Floyd. Per non citare gli Oasis, ovvero i fratelli Gallagher, in rotta per anni e tornati insieme in questo 2025 pur continuando a detestarsi.

I Police, che non sono più un gruppo vero dal 2008, hanno trovato modo di ritrovarsi in tribunale l’uno contro l’altro. O, meglio, Stewart Copeland e Andy Summers contro Sting, l’ex amico che vive da tempo in Toscana e non vorrebbe più sentir parlare di quei due. I loro rapporti si sono infatti interrotti da tempo e l’ultimo tour mondiale avvenne 17 anni fa con chiusura definitiva della storia il 7 agosto 2008, al Madison Square Garden di New York, allorché Sting, Summers e Copeland si parlavano solo tramite i rispettivi segretari.

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Tutto è accaduto ora per questione di vil denaro, naturalmente. Il chitarrista e il batterista hanno fatto causa a Sting per una questione legata alle royalties, ovvero al pagamento dei diritti delle canzoni incise a suo tempo con il marchio Police. Fonti vicine a Summers e Copeland affermano che la causa era da tempo nell’aria: «Gli avvocati hanno cercato a lungo di raggiungere un accordo extragiudiziale ma si è arrivati a una situazione di stallo. Andy e Stewart hanno deciso che non c’era altra alternativa che ricorrere al tribunale».

Non si tratterebbe di noccioline secondo il quotidiano londinese Sun ma di milioni di sterline e la richiesta dei due ex Police uniti contro Sting riguarderebbe i diritti d’autore di parecchie canzoni, non però Every Breath You Take, uno dei pezzi più celebri del gruppo che frutta, da solo, mezzo milione di euro all’anno a Sting. La richiesta di Copeland e Summers è stata presentata presso l’Alta Corte di Londra e chiama in causa, oltre a Sting, anche la sua società, la Magnetic Publishing Limited.

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Una vicenda che getta malinconia su una delle band più iconiche degli anni ’80-’90 ma che rimanda ad altre analoghe tristi vicende. Ne citiamo tre storiche. I Beatles divorziarono nel 1970 per una lotta intestina simile: Paul McCartney voleva affidare le vicende legali e commerciali dei Beatles al padre della moglie Linda mentre John Lennon, George Harrison e Ringo Starr si erano rivolti a un manager inviso a Paul. E giù litigi con rottura nel gruppo a cui seguì una causa decennale. Per non parlare dei Pink Floyd: dopo i fasti di The dark side of the moon e dei successivi album, David Gilmour e Roger Waters diedero vita a conflitti e liti feroci che causarono non solo divisioni creative e personali ma soprattutto legali. Anche in questo caso fu materiale per avvocati. Chiusura quasi comica sul celebre duo Simon&Garfunkel: Art raccontó con perfidia di Paul: «Soffre della sindrome di Napoleone, me lo sono fatto amico, alle elementari, solo perché mi faceva pena per via della statura da nano». Sic.

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