Nel mondo del rock e del pop la morte di una star non è più la fine di tutto grazie alla famigerata AI che consente di resuscitare in mille modi chi non c’è più, dando vita a una nuova vita musicale, cinica ma redditizia, economicamente vantaggiosa per gli eredi e per chi ne gestisce il patrimonio. Giunge dagli Stati Uniti, difatti, la raggelante notizia che i parenti-serpenti di Whitney Houston, come ricorderete scomparsa nel 2012 a 48 anni per un overdose che la stroncò nella vasca da bagno del Beverly Hills Hotel a Los Angeles poco prima di un’esibizione, si sono dati da fare inaugurando la nuova moda dei concerti con il morto: hanno contattato due associazioni che operano nel mondo della musica, la Primary Wave Music e la Park Avenue Artists, e fatto resuscitare, non solo in un nuovo disco ma addirittura sul palco, la povera Whitney. Naturalmente tutto è stato reso possibile facendo ricorso all’Intelligenza Artificiale che è la Mecca per gli eredi dei cantanti defunti e intenzionati a mungere le star scomparse attraverso la creazione di nuova musica e, ora, anche di incredibili tour.
INEDITA
Nello specifico questa inedita operazione che “riporta sul palco” la Houston nel corso di sette concerti, prevede tali show itineranti e dislocati in grandi città americane: un’orchestra suona dal vivo la parte musicale mentre la celestiale voce di Whitney irrompe allo scorrere di filmati e video ricreati dalla AI. In che modo? La piattaforma tecnologica Moises ha estrapolato da vecchie incisioni la timbrica della Houston e l’ha lavorata appositamente per affiancarla all’orchestra: a quest’ultima spetta il compito di cucire la parte reale del live a quella falsa. Il primo show è in cartellone per domani sera alla Music Hall di Cincinnati e il titolo di questa squallida operazione è The Voice of Whitney. La cosa più triste? Leggere che Pat Houston, cognata ed esecutrice testamentaria della Houston, ha presentato così il progetto: «Sapevamo che dovevamo farlo, questi show valorizzano Whitney con il cuore, la cura e l’eccellenza creativa che lei ha sempre incarnato». Ross Michaels, co-presidente di Park Avenue Artists, ha avuto il coraggio di aggiungere: «Questo progetto dimostra come si possano creare esperienze significative per gli amanti della musica attraverso un uso ponderato dell'intelligenza artificiale.
Non sarà il primo...».
Il fatto più raccapricciante è proprio questo: non ci si fermerà a Whitney Houston e, nei prossimi anni, dilagherà la moda dei tour con artisti zombie che vengono resuscitati mediante la AI. Sinora ci si era limitati all’altrettanto discutibile moda dei brani fatti cantare, ma su disco, a star defunte: nel 2023 i Beatles, o meglio i due rimasti in vita e cioè Paul McCartney e Ringo Starr, decisero di proporre Now and then, un brano con la voce di John Lennon restaurata grazie alle capacità delle tecnologie più avanzate: si trattava di una traccia registrata negli anni Settanta da Lennon su una cassetta che venne poi donata da Yoko Ono a McCartney nel 1994. Tuttavia Paul e Ringo non si sono mai sognati di partire per un tour con John Lennon e George Harrison in stile zombie mostrati su video.
Ora si sta tracimando il comune senso della misura, dal disco si è passati addirittura ai live e Ross Michaels ha candidamente sottolineato: «The Voice of Whitney è davvero la prima di numerose collaborazioni che utilizzeranno l’intelligenza artificiale per illuminare nuove dimensioni del lavoro di un artista. È un esempio lampante di come possa onorare l’eredità degli artisti». Balle. Nel frattempo, peró, gli eredi incasseranno.