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“Stranger Things” dice addio con il botto

di Marco Rocchi mercoledì 26 novembre 2025

3' di lettura

Arriverà stanotte alle 2 l’atteso primo volume dell’ultima stagione, la quinta, di Stranger Things. Il romanzo di formazione in versione serie tv è arrivato, dopo un decennio, ai titoli di coda che vedremo scorrere il giorno di Capodanno 2026. Il finale sarà col botto. Non tanto per il livello generale di violenza ma per la morte più efferata dell’intera saga che andrà in scena proprio in questa stagione conclusiva che comincia nell’autunno 1987 in una Hawkins (l’immaginario paese dell’Indiana dove è ambientata la storia) che vede i nostri eroi uniti da un unico obiettivo: trovare e uccidere Vecna (il cattivo della serie), che è svanito nel nulla. A complicare la missione, il governo ha messo la città in quarantena e ha intensificato la caccia a Undici, costringendola a nascondersi di nuovo. Con l’avvicinarsi dell’anniversario della scomparsa di Will si fa strada una paura pesante e familiare. La battaglia finale è alle porte e con essa un’oscurità più potente e letale di qualsiasi altra situazione mai affrontata prima. Per porre fine a quest’incubo è necessario che il gruppo al completo resti unito, per l’ultima volta.

CONTESTO
Questo il contesto in cui si scioglierà la trama parzialmente preannunciato dai fratelli creatori della saga epocale, Matt e Ross Duffer, in una recente intervista al Times.
Un ammiccante accenno col quale i due showrunner hanno volutamente lasciato intendere che il climax sarà brutale e inevitabilmente legato a un addio carico di emozione e di tensione che farà da perfetta coronazione a un viaggio lungo quasi un decennio. La prima delle cinque stagioni, infatti, è uscita il 15 luglio del 2016. Due lustri nel corso dei quali Stranger Things non ha smesso di stupire e concatenare numeri da record. A risultare avvincente è stato certamente il sapiente mix di generi presenti in una sola serie: horror, fantascienza, avventura, formazione che si dipanano in un ulteriore mix fatto di amicizia adolescenziale e tensione da thriller. Tutto ambientato nell’America profonda degli anni 80 tra luci al neon, walkie-talkie, videogiochi vintage: lo sfondo perfetto per storie di amicizia, paura, scoperta di sé e del soprannaturale. Proprio come il Regno del Sottosopra, contesto nel quale Mike, Undici, Will, Dustin, Lucas, Max sono passati dall’essere ragazzini impacciati alla condizione attuale di giovani adulti.


Un percorso di crescita divenuto parte integrante della narrazione. I ragazzi ma anche personaggi paralleli come David Harbour che rivedremo nei panni del burbero ma bonario capo della polizia di Hawkins, Jim Hopper, caratterizzato dai suoi folti baffi e dal ruolo di cane da guardia dei sei nerd imprevedibili sì ma non quanto i numeri che la performante epopea ha prodotto.
Sin dal suo debutto, infatti, Stranger Things ha macinato record su record. La terza stagione ha registrato oltre 64 milioni di account Netflix che hanno visto almeno il 70% degli episodi nei primi 28 giorni.
Poi è arrivata la quarta, facendo registrare un altro boom con 1,15 miliardi di ore guardate nei primi 28 giorni - un traguardo che, al momento, rende quella dei fratelli Duffer la prima serie in lingua inglese su Netflix a superare il miliardo di ore in così poco tempo. L’hype per la quinta stagione non è da meno: il video che ha annunciato la data di uscita ha raccolto 250 milioni di visualizzazioni in appena quattro giorni su tutti i canali Netflix, segnando un ulteriore record. Prova non necessaria dell’attesa spasmodica alla quale si aggiunge anche la notizia dell’uscita, il prossimo anno, di un midquel dal titolo Stranger things: tales from ’85.

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