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Myrta Merlino, Storace: agli amici sussurra di "essere in cammino"

di Francesco Storace sabato 17 giugno 2023

3' di lettura

Myrta Merlino vola verso Mediaset. Con le lacrime agli occhi, ieri mattina ha salutato La7, “L’Aria che tira”, i suoi ascoltatori che – va detto – non sono stati certo pochi. Ma dodici anni sono tanti per chiunque e la giornalista ha il desiderio di cambiare palcoscenico. Chiude una stagione, ne apre un’altra, e tutto lascia pensare verso l’universo televisivo fondato da Berlusconi.

Myrta non scopre ancora le sue carte. Agli amici sussurra di «essere in cammino» e di «non essere ancora arrivata». Oddio, mica andrà nel Pd con le parole della Schlein. No, vietato ridere, la Merlino è davanti ad una svolta professionale e se la giocherà tutta con la determinazione che ha mostrato nelle rete di Urbano Cairo.

Con un’avvertenza, stando a quello che trapela dai suoi collaboratori. «Stanca della trasmissione quotidiana», e del resto è stata chiara ieri proprio nell’ultima puntata: «duecento puntate l’anno, due ore e mezza tutti i giorni. Praticamente abbiamo passato la vita insieme», ha detto chiudendo la trasmissione. Tradotto, sogna un settimanale tv, che sia il salotto di Barbara D’Urso?

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BOCCHE CUCITE
L’approdo più probabile è appunto Mediaset, che confermerebbe una vocazione pluralista nell’informazione. Il tema è la collocazione, in quale rete e in che tipo di programma. È indubbio che la scelta spetterà prima di tutto a lei, anche se la Merlino non è una che si spaventa.

Quel richiamo alle duecento puntate l’anno significa che il lavoro la appassiona, praticamente tutti i santi giorni della stagione televisiva, caratterizzata dai buoni ascolti del mattino, figurarsi che cosa potrebbe inventarsi nel contenitore domenicale, se fosse davvero quello l’approdo.

A Mediaset non si sbilanciano ancora, anche se la stimano professionalmente. E nemmeno fanno effetto i ricordini che arrivano in forma anonima – ma stanno già da tempo sulla rete – su qualche suo trascorso polemico con i collaboratori, che lamentavano «troppe pretese». Ma è il destino di chi sa di dover applicare la legge del comando, anche in televisione. Le dicerie non servono a nulla, anche perché nessuno può sapere – e soprattutto verificare – che cosa accada dietro le quinte.

Lo spettacolo è davanti, quello che si propone nel piccolo schermo. Lì, Myrta Merlino si è beccata più volte l’accusa di faziosità, ma il suo essere di parte – va riconosciuto – è andato in onda in maniera intelligente, sapendo sempre quando dover lasciare spazio a tesi che magari non condivide. C’è differenza, eccome se c’è, con un tipetto come Corrado Formigli.

Semmai, a Mediaset si dovrà cimentare con un’emittente che vanta ascolti molto superiori a La7 e la Merlino – ovunque sarà collocata – dovrà trovare idee capaci di accalappiare telespettatori. Che sul Biscione sono milioni di persone che vanno catturate e portate col telecomando a sceglierti al posto della concorrenza.

Anche perché poi i conti si fanno con la pubblicità che deriva dagli ascolti. Si è molto parlato pure di Rai tra i progetti attribuiti a Myrta Merlino. Ma più fonti affermano che una vera e propria trattativa con il servizio pubblico non sia mai avvenuta. E questo perché – dicono gli amici della giornalista – lavorare nel privato «è ciò che l’ha portata al successo ed è meglio proseguire così».

Poi, vai a capire ciò che è vero in quello che si racconta e si lascia trapelare. Lei resta abbottonata. Per ora, di certo c’è solo che non la vedremo più con la sigla dell’Aria che tira, che magari potrebbe cambiare conduttore e format.

SALE DAVID PARENZO
Si comincerà con la stagione estiva e Urbano Cairo potrebbe cogliere l’occasione per aprire forse uno spazio tv meno “di sinistra”, tanto per “pareggiare” un po’ e respingere l’accusa di essere antigovernativa. All’opposto, l’altra ipotesi di cui si sta discutendo nell’emittente, è la conduzione affidata a David Parenzo, che smentirebbe invece la volontà di mutare linea politico-editoriale nella programmazione di La7. L’importante, per Cairo, è non perdere pubblicità. Alla fine è quello che conta per una televisione che ha dimostrato di saper combattere sul mercato.

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