"Riguardo alla Flotilla, non userei il verbo 'attaccati', era più un'azione di disturbo. La loro è un'iniziativa umanitaria lodevole, ma chiaramente con insegne di tipo politico, e non ci troviamo nulla di male è un dovere morale e politico. Non drammatizziamo tutto ciò che accade, ci possono essere cialtroni. Lo ha detto Gianfranco Fini a Otto e mezzo su La7.
"La destra - ha aggiunto l'ex presidente della Camera, come riferisce una nota - non è mai stata contro il diritto dei palestinesi ad avere la loro patria, e Giorgia (Meloni, ndr) lo sa benissimo. Riconoscere lo stato palestinese è un dovere, ma attenzione al contesto in cui accade. Farlo in questo momento è un gesto fortemente simbolico. Ma attenzione ad un possibile rimbalzo negativo di un giusto giusto. Attendiamo che ci sia una leadership palestinese chiara". "Su Gaza, che sia genocidio o strage di massa, non mi impicco alle parole, ma dobbiamo cercare di porre rimedio", ha aggiunto Fini, secondo cui non c'è "appiattimento di Meloni su Trump o Netanyahu. La politica internazionale si fa con gli atti concreti".
"Sono sempre stato con il presidente del Consiglio e la voterò ancora. Su alcune domande ha una sensibilità diversa dalla mia. Ad esempio - ha spiegato - su Trump; il suo discorso all'Onu è stato imbarazzante". Fini ha poi raccontato che non conosceva Charlie Kirk: "Sono ignorante, non ne avevo mai sentito parlare. Non so cosa ci sia di sbagliato a ricordare una persona che è stata assassinata, anche alla Camera ea prescindere dal colore politico".