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Dritto e rovescio, Senaldi zittisce il marazan: "Vi abbiamo ascoltato fin troppo"

di Claudio Brigliadori venerdì 26 settembre 2025

2' di lettura

Vivace confronto a Dritto e rovescio, su Rete 4, tra Pietro Senaldi in studio e Jamal Favelas Jflous, rapper di origini nordafricane, dopo gli incidenti delle manifestazioni pro-Pal degli scorsi giorni. "Gaza è una scusa e ai maranza piace andare in piazza a fare casino e prendere quello che vogliono", spiega il condirettore di Libero, ospite di Paolo Del Debbio.

"Utilizzano Gaza perché è un argomento più nobile di altri per fare i comodi loro con maggiore violenza! Non credo che ci sia molto da giustificare, non credo che il signore della vetrina debba dare una prospettiva al maranza. Il maranza - prosegue Senaldi -, come il signore della vetrina, deve lavorare e mettersi in discussione nella società. Semplicemente questo, e non tirare fuori Gaza e come abbiamo visto nel servizio la metà delle persone in piazza neanche sanno dove si trova".

"E' troppo facile secondo me dire 'non sappiamo ascoltarli'. Li ascoltiamo fin troppo, sono qui in trasmissione, dicono quello che vogliono, vanno in piazza, fanno quello che vogliono... Più di così, parlano più di noi i maranza", conclude Senaldi, con Jamal che si scalda: "Come fai a dire a un popolo arabo che usano Gaza come scusa, come fai?". 

In precedenza è andato in onda un servizio sugli eccessi in piazza. Durante le tante manifestazioni pro-Pal e a favore della Flotilla dei giorni scorsi, gli studenti hanno anche bruciato una foto della premier Giorgia Meloni insieme all'omologo israeliano Benjamin Netanyahu. "Avete dato fuoco a Meloni?", chiede l'inviato di Del Debbio a un rappresentante di un collettivo universitario. 

"Esattamente, questo è un gesto simbolico", spiega il ragazzo che poi conferma gli slogan contro il "governo fascista" ascoltati nelle strade e nelle piazze: "E' chiaro, il governo autoritario di Meloni ne ha dato dimostazione con il Decreto sicurezza e lo vediamo anche nelle politiche che sta mettendo in atto. Chiaramente questo non è un punto di arrivo ma un punto di partenza". 
 

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