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Garlasco, Lovati spara: "Aspettiamo il 18 dicembre, poi legna da ardere"

di Roberto Tortora venerdì 21 novembre 2025

2' di lettura

Nuove dichiarazioni dell'avvocato Massimo Lovati a Dritto e Rovescio, il programma d’approfondimento dei temi d’attualità di Rete 4, condotto da Paolo Del Debbio. E si dibatte, quindi, sul caso Garlasco ascoltando le parole dell’ex-difensore di Andrea Sempio, che fa metafore natalizie: “L'ultimo addobbo dell'albero di Natale sarà il 18 dicembre, poi sarà solo legna da ardere. È l'ultimo capitolo di questa storia, a meno che non spunti quello che temevo già mesi fa, quel coniglio dalle orecchie lunghe. L'ho anche sognato”.

Il riferimento al 18 dicembre è quello relativo all’udienza chiave per fare il punto sui risultati degli accertamenti tecnici (in particolare del DNA), che potrebbero avere un impatto significativo sulla riapertura dell’inchiesta. 

Gian Luigi Tizzoni, avvocato della famiglia di Chiara Poggi, tenta invece di dare una fotografia della situazione meno metaforica: “Quello che sta emergendo non sostituisce e non si contrappone con quello che è stato accertato a carico di Alberto Stasi. Io avrei capito questo contenzioso se si stesse discutendo sullo stesso indizio che viene attribuito a tutti e due. Ad esempio il dispenser del sapone, c'è l'impronta di Stasi e viene trovata l'impronta di Sempio e lì avrei capito il dubbio. Se voi riflettete, però, nessuno degli elementi che emergerebbero a carico di Sempio toglie quelli che erano stati già attribuiti a Stasi e questo è un elemento che ci deve far riflettere”.

In studio c’è anche Giuseppe Brindisi, collega di Del Debbio a Mediaset, che è fiducioso sugli elementi in mano alla Procura: “Io credo che queste indagini scientifiche, e quindi l'impronta 33, quello che si troverà, secondo quello che stabilirà la genetista Albani sulle unghie di Chiara, servano soltanto, usando un’espressione dell'avvocato De Renzis, a delimitare il recinto dell'indagine, perché poi non si trovino delle sorprese. Io credo che la Procura abbia molto di più di quello che riguarda le indagini scientifiche e si basi molto sulle indagini cosiddette tradizionali. Bisogna soltanto, probabilmente, aspettare. Napoleone, che non è un magistrato inesperto, anzi, è vicino alla pensione, non credo che voglia macchiare la sua carriera con un'indagine basata sul nulla”.

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