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Tv: su History 'Mafia Bunker', doc nato da sinergia tra Fox e forze polizia (2)

domenica 14 aprile 2013

2' di lettura

(Adnkronos) - "Il bunker e' un segno che il potere criminale si trova sulla difensiva: nessun boss si nasconde sottoterra, se non ne ha la necessita'", ha sottolineato John Dickie, che e' docente di Studi italiani all'Universita' di Londra e autore di best seller come 'Cosa Nostra - Storia della Mafia Siciliana' e 'Onorate Societa' - L'Ascesa della Mafia, della Camorra e della 'Ndrangheta', editi in Italia da Laterza. "Questo prodotto tv -ha affermato Maurizio Masciopinto, direttore dell'Ufficio Relazioni Esterne del Dipartimento di Pubblica Sicurezza- dimostra che lo Stato vince nella lotta alla criminalita' organizzata. E queste vittorie, che sono frutto di un grandissimo impegno e investimento delle forze dell'ordine in questa direzione, sono raccontate troppo poco dai mass media. Quando ci fu proposta da Fox questa collaborazione ne parlai con il prefetto Manganelli e fummo subito d'accordo perche', come lui sottolineava di frequente, l'informazione e' piu' attenta ai fenomeni negativi che a quelli positivi. La notizia della rapina va in prima pagina, quella della cattura dei rapinatori in terza pagina. 'Mafia Bunker' invece testimonia di una grande affermazione dello Stato", ha aggiunto Masciopinto. Secondo Dickie, i bunker dicono molte cose: "ci raccontano la storia del controllo territoriale esercitato dalle mafie. Michele Zagaria ha costruito almeno due vasti bunker sotto Casapesenna. A Plati' gli 'ndranghetisti hanno sventrato la strada principale, come se fossero operai del Comune, per realizzare una galleria sotterranea da usare durante gli spostamenti. Imprese del genere non si possono realizzare senza esercitare un'impressionante autorita' sulla popolazione e le risorse locali. I bunker ci ricordano inoltre quanto sia importante per i boss vivere nel luogo dove il loro potere ha avuto origine e mantenere il controllo sul territorio In questo modo si appoggiano su una fitta rete di fidati collaboratori e traggono profitto dal crescente carisma che deriva da una lunga latitanza". "Ma e' forse l'assurdita' della vita dei boss latitanti -ha proseguito Dickie- a rappresentare il principale insegnamento che nasce dall'aver visitato i bunker dal loro interno. Sono uomini ricchi e potenti che incutono un vero terrore e tuttavia finiscono per vivere in minuscoli appartamenti senza finestre, indegni persino di un hotel di infima categoria. In alcuni bunker il boss si sforza di crearsi una situazione che gli ricorda da vicino la propria casa: cd, spazzolini elettrici, immagini sacre, poster, libri. Uno sforzo inutile. Questi oggetti rappresentano solo una preparazione agli anni di prigionia che l'attendono". (segue)

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